Il motivo che mi ha spinto a prendere una decisione così restrittiva è derivato dalla necessità di prevenire il rischio e tutelare il bene comune. La celebrazione è divenuta una vera e propria processione, che ha messo a rischio e in pericolo i partecipanti e l’impegno di tanti cristiani che, in questi giorni, chiusi in casa, stanno negandosi le celebrazioni della Pasqua in Comunità.
L’arcivescovo di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone non si è risparmiato; aspre critiche sull’uscita del Cireneo. Il sindaco Mario Pupillo, dal canto suo, avrebbe partecipato temporaneamente alla processione.
Non ho dato nessun permesso e non l’avrei mai dato; mi è stato solo chiesto, in qualità di sindaco, di scendere dal comune e omaggiare il Cireneo con la croce, cosa che ho fatto.
Presente anche la stampa. Secondo la questura di Lanciano, la processione ha avuto luogo per un breve tratto di strada, senza includere alcun tipo di corteo.
A supporto, tuttavia, alcuni membri della Protezione Civile, cronisti e forze dell’ordine; si è trattata di un’organizzazione di poche ore, la quale non ha percepito un ampio interesse pubblico.
Considerati gli ultimi accadimenti ed il recente decesso, appare sacrosanto ricordare l’importanza di un “sacrificio condiviso”: ognuno di noi ha esigenza di partecipare, gioire di determinati eventi o, semplicemente, di un momento di spensierata libertà. Tuttavia, a prescindere da quanto, soggettivamente, ci si senta in diritto di adempiere ai propri interessi, è bene tener conto di cosa significhino termini come “quarantena” e “pandemia”.
Oggi, il nostro benessere coincide con il benessere di tutti e viceversa; non è ammessa alcuna pecca su un disegno così delicato.