Perché le calciatrici non guadagnano quanto i calciatori?
Il divario salariale tra calciatori e calciatrici è un tema di crescente rilevanza nel panorama sportivo globale. Nonostante il calcio femminile stia guadagnando visibilità e popolarità, le calciatrici continuano a guadagnare somme significativamente inferiori rispetto ai loro colleghi maschi. Ma perché questa disparità persiste? E’ giusto che sia così? Esploriamo le cause e le implicazioni di questa ingiustizia economica.
Un divario retributivo allarmante
Secondo uno studio condotto da Sporting Intelligence, il guadagno medio di una calciatrice nella Women’s Soccer League negli Stati Uniti è di circa 29.900 euro all’anno, mentre un giocatore della Major League Soccer (MLS) percepisce in media 2,6 milioni di euro. In Francia, la situazione non è molto diversa: le giocatrici della Division 1 Feminine guadagnano mediamente 42.000 euro, contro i 944.000 euro dei calciatori della Ligue 1. In Germania, il gap è altrettanto evidente: le calciatrici della Frauen Bundesliga ricevono circa 37.100 euro, mentre i calciatori della Bundesliga guadagnano in media 1,25 milioni di euro.
Questi numeri evidenziano non solo una disparità salariale, ma anche una mancanza di riconoscimento del valore e del talento delle atlete. Una situazione paradossale se si considera che, a livello internazionale, la nazionale femminile degli Stati Uniti ha vinto quattro Coppe del Mondo e ha ottenuto risultati straordinari in competizioni olimpiche.
Le radici della disparità
Le ragioni alla base di questo divario salariale sono molteplici e complesse. Una delle principali giustificazioni fornite dai club e dalle federazioni calcistiche è la minore visibilità e il minor interesse commerciale per il calcio femminile rispetto a quello maschile. Tuttavia, questa affermazione è sempre più contestata. Negli ultimi anni, eventi come la Coppa del Mondo femminile hanno dimostrato che il pubblico è pronto a sostenere le calciatrici, con record di ascolti e presenze negli stadi.
Inoltre, la mancanza di investimenti nel calcio femminile ha contribuito a perpetuare questa disparità. Molti club non offrono contratti professionistici adeguati alle calciatrici, limitando così le loro opportunità di guadagno e crescita professionale. In Italia, ad esempio, la legge sul professionismo sportivo ha storicamente escluso le donne dalla possibilità di essere riconosciute come atlete professioniste fino a tempi recenti. Questo ha avuto un impatto diretto sulle loro retribuzioni e sullo sviluppo delle competizioni femminili.
È giusto che sia così?
La domanda se sia giusto o meno che le calciatrici guadagnino meno dei calciatori è complessa e suscita opinioni divergenti. Da un lato, alcuni sostengono che i salari dovrebbero riflettere l’interesse del pubblico e il fatturato generato dalle competizioni. Dall’altro lato, molti ritengono che ci debba essere un impegno attivo per colmare questo divario e garantire pari opportunità alle atlete.
Il caso delle giocatrici della nazionale statunitense è emblematico: nel 2019 hanno fatto causa alla US Soccer Federation per ottenere una retribuzione equa rispetto ai loro colleghi maschi. Nonostante i risultati straordinari ottenuti dalla squadra femminile, le giocatrici venivano pagate solo l’89% di quanto guadagnavano gli uomini. La causa ha acceso i riflettori sulla questione della parità salariale nel calcio e ha spinto molte federazioni a riconsiderare le proprie politiche retributive.
Iniziative per l’uguaglianza
Negli ultimi anni, diverse iniziative sono state lanciate per affrontare questa problematica. In Norvegia, ad esempio, la federazione calcistica ha garantito pari compensi per le squadre maschili e femminili. Anche in Inghilterra, il Lewes FC ha adottato una politica simile, pagando le sue giocatrici quanto i giocatori maschi. Queste iniziative dimostrano che è possibile ridurre il divario salariale attraverso scelte consapevoli da parte delle organizzazioni sportive.
Inoltre, la FIFA ha aumentato il montepremi per la Coppa del Mondo femminile a 150 milioni di dollari per il torneo del 2023, triplicando l’importo rispetto al 2019. Questo rappresenta un passo importante verso l’uguaglianza di genere nel calcio e potrebbe incentivare ulteriori investimenti nel settore.
Il futuro del calcio femminile
Guardando al futuro, è fondamentale continuare a promuovere il calcio femminile attraverso investimenti mirati e campagne di sensibilizzazione. Le federazioni devono impegnarsi a garantire che le donne abbiano accesso a strutture adeguate, opportunità di formazione e contratti professionistici equi.
Inoltre, è essenziale coinvolgere i media nella promozione del calcio femminile. Maggiore visibilità significa più sponsor e maggiori opportunità economiche per le atlete. La crescita del calcio femminile non può avvenire senza un cambiamento culturale profondo che riconosca il valore delle donne nello sport.
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