La zona ovest della città, già intasata da Centri e strutture commerciali, si arricchisce di altri due centri commerciali: il primo, in località Centi Colella, adiacente al Centro di smistamento postale; il secondo, a Pettino, tra la Statale 80 e via Solaria; […] si contenderanno la clientela di una città impoverita e spopolata, fregandosene dei tanti problemi, dal traffico all’inquinamento, che creeranno alla popolazione.

La battuta del Consigliere Lelio De Santis sottoscrive perfettamente l’onerosa responsabilità sui progetti approvati.

Tutto questo avviene con una decisione assunta da una Maggioranza di Governo, divisa e cieca, che antepone ragioni di calcolo o di riposizionamento politico alla visione complessiva, all’interesse generale, al futuro della città

Effettivamente mi chiedo l’utilità di tali strutture: inutili ai fini della città, controproducenti per il recupero del centro storico – già a un passo dalla fossa; controproducenti da un punto di vista perfino ambientale, anche se è già appurata la totale assenza di interesse per il suddetto argomento.

Tanti sono stati gli atteggiamenti discutibili dell’amministrazione, sia locale che esterna al nostro piccolo assetto provinciale; tante le domane e poche le risposte. Tuttavia, in virtù di un briciolo di raziocinio, il peso di una simile decisione appare lampante.
La costruzione di due nuovi centri commerciali non solo è totalmente velleitaria, ma sputa su tutte le dichiarazioni e le promesse fatte in materia cittadina; non si tratta più di una città che punta al futuro, ma di una trasformazione radicale senza alcuno scopo specifico.

Immagino che la preoccupazione per l’abitabilità del centro sia quasi totalmente svanita e che gli attuali esercizi commerciali si possano tranquillamente mettere l’anima in pace. Mi chiedo come sia possibile non tener conto della probabile reazione a catena e delle complicazioni a cui andremo incontro sul piano economico.

Per non parlare della reazione cittadina: il peso psicologico di constatare un decadimento progressivo del proprio capoluogo, la mancata possibilità di ristabilire un’unione sociale, comunitaria e preziosa.
Spero che, per qualche ragione, i cavilli saranno tali da destare dubbi e perplessità sulla costruzione in programma; ma si sa: curiosamente, sono spesso i progetti più funzionali a venir meno, ma per un po’ di sporcizia in più c’è sempre spazio.

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