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Science

Dire Wolf: La rinascita di una specie estinta da 10.000 anni

In un evento che sembra uscito direttamente da un romanzo di fantascienza, un team internazionale di scienziati ha annunciato la riuscita “rinascita” dei dire wolf (Aenocyon dirus), una specie canina estinta da circa 10.000 anni. Grazie a tecnologie avanzate di ingegneria genetica e anni di ricerche approfondite, questo predatore del Pleistocene torna a calcare il suolo terrestre, offrendo nuove prospettive per la biologia evolutiva e la conservazione delle specie.

Chi erano i dire wolf?

I dire wolf, spesso associati all’immaginario fantasy grazie alla serie Game of Thrones, sono stati veri e propri giganti della famiglia dei canidi. Questi carnivori vivevano principalmente nelle Americhe durante il tardo Pleistocene e l’inizio dell’Olocene, occupando habitat che spaziavano dalle pianure alle foreste montane. Con un peso medio di 60-68 kg e una struttura corporea simile ai lupi grigi moderni (Canis lupus), i dire wolf erano adattati a cacciare megaherbivori come bisonti, cavalli preistorici e mastodonti.

Tuttavia, la loro dipendenza dai grandi erbivori si rivelò fatale. Durante il Quaternary extinction event, circa 12.700 anni fa, il declino delle prede principali a causa dei cambiamenti climatici e della pressione antropica portò alla loro scomparsa. A differenza dei lupi grigi e dei coyote, i dire wolf non riuscirono a adattarsi ai nuovi ecosistemi emergenti e furono definitivamente spazzati via.

La ricerca genetica dietro la rinascita

La rinascita dei dire wolf è stata possibile grazie a decenni di studi genetici e paleontologici. I fossili trovati nei tar pits di Rancho La Brea, in California, hanno fornito campioni straordinariamente ben conservati di DNA antico. Questi campioni hanno permesso agli scienziati di sequenziare il genoma completo della specie per la prima volta.

Una scoperta sorprendente emersa dagli studi genetici è che i dire wolf non erano strettamente imparentati con i lupi moderni o i coyote. La loro linea evolutiva si è separata circa sei milioni di anni fa, rendendoli più simili a “mega-volpi” rispetto ai lupi odierni. Questa distanza genetica ha complicato ulteriormente il processo di rinascita, poiché non era possibile utilizzare specie viventi come base per incroci.

La tecnologia CRISPR e il ruolo della biologia sintetica

Il progetto ha fatto affidamento sulla tecnologia CRISPR-Cas9 per modificare il DNA di specie viventi al fine di ricreare i tratti distintivi dei dire wolf. Gli scienziati hanno utilizzato cellule staminali prelevate da lupi grigi e le hanno modificate geneticamente per includere le caratteristiche del genoma dei dire wolf. Successivamente, queste cellule sono state impiantate in uteri surrogati di canidi moderni per portare a termine la gestazione.

Il risultato è stato la nascita di due cuccioli geneticamente identici ai dire wolf originali. “È un momento storico,” ha dichiarato Angela Perri, archeologa coinvolta nel progetto. “Non solo abbiamo riportato in vita una specie estinta, ma abbiamo anche aperto nuove strade per la conservazione delle specie minacciate”.

Implicazioni ecologiche e etiche

La reintroduzione dei dire wolf solleva interrogativi significativi sull’impatto ecologico ed etico del “de-extinction”. Sebbene questa tecnologia possa essere utilizzata per ripristinare ecosistemi danneggiati riportando in vita predatori chiave come i dire wolf, esiste il rischio che queste specie possano alterare gli equilibri naturali o entrare in competizione con le specie esistenti.

Robert Loseley, professore di archeologia all’Università di Alberta, ha sottolineato che la mancata capacità dei dire wolf di adattarsi alle condizioni post-glaciali potrebbe ripetersi anche oggi: “Il mondo è cambiato drasticamente negli ultimi 10.000 anni. Non sappiamo se i dire wolf saranno in grado di sopravvivere nel nostro attuale ecosistema”.

Inoltre, ci sono preoccupazioni etiche legate all’uso della tecnologia CRISPR per manipolare la vita animale. Alcuni critici sostengono che il processo possa essere considerato una forma di “giocare a fare Dio”, mentre altri vedono nella de-extinction una possibilità unica per correggere gli errori del passato.

Un futuro promettente per la biologia evolutiva

Nonostante le controversie, il successo nella rinascita dei dire wolf rappresenta un passo avanti straordinario nella biologia evolutiva e nella conservazione delle specie. Gli scienziati sperano che questa tecnologia possa essere utilizzata per salvare animali attualmente minacciati dall’estinzione, come il rinoceronte bianco settentrionale o alcune specie di felini.

Inoltre, lo studio del comportamento e dell’ecologia dei dire wolf potrebbe fornire informazioni preziose sulla vita durante il Pleistocene e su come gli animali interagiscono con cambiamenti ambientali estremi.

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