Huawei potrebbe perdere anche i processori con tecnologia Arm che sono la base dei microprocessori Kirin montanti sui dispositivi cinesi
Huawei riceve un’altra batosta in seguito alla revoca della licenza Android. Questa volta i guai arrivano da Arm, azienda Inglese che nel 2016 è stata acquisita dal colosso Giapponese Softbank e che produce il design dei suoi prodotti in California e in Texas.
La notizia arriva direttamente dalla BBC:
Arm ha istruito i dipendenti a sospendere tutti i contratti attivi, il supporto e tutti gli impegni in corso con Huawei e le sue filiali
Il nome Arm sicuramente non è sicuramente molto noto. Quest’azienda a differenza di Intel e Qualcom non produce direttamente i microchip ma vende le licenze riguardanti la tecnologia da essa sviluppata. Queste licenze sono la base della maggior parte dei processori montati su smartphone e tablet.
Se la notizia rilasciata dalla BBC dovesse rivelarsi vera, per Huawei sarebbe un problema enorme, più della perdita della licenza Android. Questo perché i dispositivi del colosso cinese montano i processori Kirin basati proprio su architettura Arm. Molto probabilmente anche Qualcom dovrà fermare la fornitura dei propri processori a Huawei, lasciandola a secco di processori buttandola fuori dal mondo dei produttori di smartphone.
I guai non finiscono mai
Sembra che i guai derivanti dal bando alla vendita di tecnologie statunitensi non siano finiti solo con la revoca della licenza Android e con il blocco da parte di Qualcom ai danni di Huawei, non siano finiti. Infatti negli Store di Microsoft sono spariti definitivamente tutti i riferimenti al Huawei Matebook X Pro.
Inoltre sembra che in Europa non arriverà, per ora, il nuovo Honor 20 Pro che è stato presentato a Londra pochi giorni fa.
Anche Vodafone UK e EE (marchio di British Telecom) stanno portando dei disagi in casa Huawei. Le due reti di telefonia hanno tolto dal loro listini per la debuttante rete 5G il modello Huawei X 5G rilasciando la seguente dichiarazione «Abbiamo messo questi dispositivi in pausa fino a quando non riceveremo la certezza che saranno supportati per tutto il tempo necessario»