L’Aifa approva la Car-T, una nuova terapia capace di combattere neoplasie del sangue fino ad oggi considerate incurabili
L’Aifa ha dato il via libera alla disponibilità e quindi alla rimborsabilità della prima terapia Car-T in Italia. Si tratta di una terapia innovativa che potrebbe essere in grado di combattere alcuni tipi di neoplasie del sangue fino ad oggi considerate incurabili.
A breve infatti, si riunirà il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). L’approvazione della nuova cura sarebbe uno dei primi punti all’ordine del giorno. L’accordo, vede coinvolte l’Aifa e la Novartis, azienda produttrice di Car-T, mentre a coprire i costi della nuova terapia sarà il Ssn (Servizio Sanitario Nazionale), chiaramente in base alla sua efficacia.
In questo accordo pare che sia previsto un meccanismo di rimborso, da parte del Ssn, in base all’efficacia della terapia sul singolo paziente trattato. In caso contrario sarà proprio la Novartis a coprire le spese.
Come funziona la tecnologia car-T?
Car-T: Chimeric Antigen Receptor ossia recettori chimerici per l’antigene, utilizza i linfociti T (cellule del sistema immunitario) prelevati dal paziente, per curare patologie neoplastiche che risultano difficili da trattare con la classica chemioterapia.
Dopo un prelievo di globuli bianchi, i linfociti T vengono estratti e modificati attraverso l’utilizzo di un virus. Nel Dna del linfocita viene inserito (grazie al virus) un gene che permette ad una particolare proteina, chiamata proteina chiave, di essere esposta sulla superficie del linfocita T stesso. Proprio l’esposizione di questa proteina permette al linfocita T di riconoscere le cellule tumorali, rendendo il sistema immunitario molto più aggressivo e soprattutto capace di combattere autonomamente le cellule “cattive” nei distretti corporei dove c’è maggiore necessità. Si tratta in pratica di prelevare le cellule del sistema immunitario del paziente, addestrarle a combattere il tumore e reintrodurle nel paziente stesso più forti di prima.
Questa nuova tecnologia, oggi, è stata approvata per la leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule B nei pazienti pediatrici fino ai 25 anni e per il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) negli adulti. Nel frattempo però pare che ci siano altre patologie neoplastiche per cui questo tipo di terapia potrebbe essere compatibile. Ne sono un esempio alcuni tipi di mielomi e il neuroblastoma.
Tuttavia pare che ci sia un problema legato all’ utilizzo della terapia Car-T: gli effetti collaterali; ma anche a questo si sta cercando di porre un rimedio grazie allo studio di alcuni farmaci capaci di eliminarli o per lo meno di attenuarli.
In Italia i centri che hanno sperimentato la terapia Car-T sono l’Istituto Nazionale tumori di Milano e l’Istituto di Ematologia Saràgnoli di Bologna. Sono previste inoltre nuove sperimentazioni presso l’Ospedale San Raffaele di Milano e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma.