Tumore al seno: un nuovo studio dimostra che il ribociclib aumenta la sopravvivenza del 70% nelle giovani donne

Il risultato tanto atteso finalmente è stato presentato al Congresso annuale della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO) tenutosi l’1 Giugno a Chicago.

Il ribociclib aumenta la sopravvivenza del 70% nelle giovani donne colpite da tumore al seno avanzato o metastatico. Si tratta di un potente inibitore della ciclina D1/ CDK4 e CDK6, ossia i fattori di crescita presenti nel cancro al seno.  

Lo studio

Lo studio, di fase III MONALESSA-7, è stato condotto su un campione di 672 pazienti seguite per un periodo di circa tre anni.

Queste pazienti sono state trattate per 42 mesi con la normale terapia endocrina affiancando il ribociclib.

I risultati ottenuti sono stati veramente sorprendenti in quanto il tasso di sopravvivenza evidenziato è stato del 70%. Poi questi dati sono stati confrontati con i dati ottenuti trattando le pazienti soltanto con la terapia farmacologica standard, il cui tasso di sopravvivenza era del 46%.

Un risultato veramente straordinario se si considera anche il problema che alcuni tipi di carcinomi della mammella risultano resistenti alla terapia tradizionale.

Il Professor Harold Burstein oncologo specializzato nel trattamento carcinoma mammario spiega che il cancro al seno allo stadio avanzato o metastatico può essere veramente molto aggressivo, infatti rappresenta la principale causa di morte per cancro tra le giovani donne con un’età compresa tra i 20 e i 59 anni. Lo stesso oncologo si ritiene molto soddisfatto per i risultati evidenziati con la somministrazione della nuova terapia mirata.

Il successo ottenuto è stato pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine, rivista medica di importanza mondiale.

Anche l’Italia ha contribuito attivamente a questo programma di ricerca con circa 1000 pazienti, trattati con ribociclib, inclusi nello studio americano.

A questo proposito importantissime le parole del Professor Michelino De Laurentis Direttore del Dipartimento di Senologia dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale di Napoli: “la nuova cura permetterà a un numero sempre maggiore di donne di ricevere in fase iniziale un trattamento efficace a bassa tossicità, evitando o posticipando la necessità di ricorrere alla chemioterapia”.

Questo studio infatti dona una speranza in più alle giovani pazienti.

Si tratta appunto di una terapia contraddistinta da una maggiore efficacia, ma allo stesso tempo nettamente meno tossica, rispetto alle terapie farmacologiche standard di tipo endocrino, consentendo alle pazienti di condurre una normale vita quotidiana nonostante il tumore.

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