Il volo numero 2100 con destinazione Lima, non è riuscito a decollare bloccato dalle forze di sicurezza del governo venezuelano che ne hanno impedito il decollo negando così a 130 bambini la possibilità di raggiungere i genitori che avevano lasciato precedentemente il paese a causa della drammatica crisi economica e sociale che sta vivendo il paese.
Il pretesto avanzato dagli agenti del SEBIN (la feroce polizia politica venezuelana), è stata la presunta irregolarità riscontrata in 4 permessi di viaggio. Gli agenti invece fermare il viaggio dei 4 bambini, arbitrariamente contravvenendo a tutte le leggi dello Venezuelano, hanno deciso di interrompere il volo privato che era stato pagato dall’ONG, Unione Venezuelana in Perù, attraverso il programma di aiuto umanitario #UnaLuzDeEsperanza.
I bambini hanno aspettato, contando i giorni che mancavano al viaggio per diverse settimane, l’obbiettivo era quello di riabbracciare i genitori. Sono invece rimasti con le valigie in mano ed i passaporti annullati senza la possibilità di riunirsi con le famiglie e per alcuni anche di ricevere le cure mediche necessarie perchè colpiti da malattie senza possibilità di cura in Venezuela per la totale assenza di farmaci.
Dall’altra parte del continente, in Perù, i genitori hanno accolto con sgomento e lacrime agli occhi la notizia dell’annullamento del volo. Adesso sperano che il governo riconsideri e permetta ai bambini di partire, ma questo potrebbe non accadere se non ci saranno forti pressioni della comunità internazionale affinchè si obblighi finalmente il narco-governo al potere in Venezuela a rispettare le leggi interne ed internazionali.
Oscar Pérez, presidente della ONG incaricata dell’assistenza e del trasporto dei bambini ha dichiarato “bisogna fermare questo sporco gioco sulla pelle dei bambini, i bambini sono sacri, non farli partire, negargli la possibilità di raggiungere i genitori o minacciare di rinchiuderli in una qualche struttura governativa è una crudeltà che non si può accettare oltre ad essere illegale.”
Oltre al divieto di far partire i bambini, le autorità e il giudice dello stato di Vargas, David Gauna, hanno fermato tutta la delegazione governativa, guidata dalla moglie di Oscar Perez, Marta Molina e le sue figlie Georgina Perez e Osmay Pérez, così come il popolare presentatore peruviano Andrés Hurtado, che ha collaborato direttamente con l’ONG per la raccolta di risorse per affrontare il viaggio.
Oscar Pérez ha invitato la comunità internazionale, e le istituzioni responsabili per i bambini di tutto il mondo, l’UNICEF di intervenire con forza affinchè venga ristabilito il diritto per questi bambini di riunirsi con i genitori. “Qualcuno deve fermare questi abusi, non si scherza con i bambini.”