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Cronaca

Sabaudia: Arrestato ex carabiniere, provocava incendi per ottenere fondi pubblici

Un episodio inquietante scuote la comunità di Sabaudia, celebre località balneare della provincia di Latina. Enzo Cestra, ex carabiniere di 70 anni e responsabile dell’Associazione Nazionale Carabinieri (ANC) di Protezione Civile, è stato arrestato con l’accusa di incendio boschivo e truffa aggravata. L’uomo avrebbe orchestrato una vera e propria truffa ai danni della Regione Lazio, pagando un complice per appiccare incendi che lui stesso e la sua associazione si occupavano di spegnere, al fine di ottenere finanziamenti pubblici.

Secondo le indagini condotte dai Carabinieri Forestali di Latina, il meccanismo era semplice ma spietato.

Cestra avrebbe pagato un piromane 20 euro per ogni incendio appiccato in aree boschive di pregio ambientale, come quelle di via degli Artiglieri e località Sorresca. Questi roghi, avvenuti il 28 agosto 2024, hanno devastato rispettivamente 8.000 e 3.000 metri quadrati di terreni coperti da eucalipti e querce. Le fiamme non solo hanno messo a rischio l’incolumità pubblica, essendo vicine al centro urbano, ma hanno anche danneggiato irreparabilmente l’ambiente naturale della zona.

Una volta divampati gli incendi, la sua associazione interveniva per spegnerli, accumulando interventi che giustificavano la richiesta di fondi alla Regione Lazio. In tre anni, Cestra sarebbe riuscito a ottenere circa 33mila euro per le attività svolte sul territorio. Tuttavia, dietro questi finanziamenti si celava una strategia fraudolenta che ha sfruttato il sistema di sovvenzioni pubbliche destinato alla prevenzione degli incendi.

Le intercettazioni: un piano calcolato

Le intercettazioni hanno rivelato dettagli inquietanti sulla consapevolezza dell’ex carabiniere riguardo alle sue azioni illegali. In una conversazione registrata, Cestra si mostrava sicuro del fatto che, in caso di arresto, avrebbe ottenuto solo gli arresti domiciliari grazie alla sua età avanzata: “C’ho 71 anni, se m’arrestano me danno gli arresti domiciliari”. Inoltre, ha cercato di manipolare le indagini presentando false dimissioni del suo complice per sviare i sospetti e ha tentato di convincerlo a ritrattare le dichiarazioni incriminanti.

Un sistema che sfrutta le emergenze ambientali

La vicenda solleva interrogativi sulla gestione dei fondi pubblici destinati alla prevenzione e lotta agli incendi boschivi. L’associazione ANC di Sabaudia riceveva finanziamenti dalla Regione Lazio con l’obiettivo di formare volontari capaci di intervenire rapidamente in caso di emergenza. Tuttavia, anziché concentrarsi sulla prevenzione e sulla tutela ambientale, Cestra avrebbe abusato del suo ruolo per creare artificialmente situazioni d’emergenza al fine di lucrare.

Gli incendi provocati dal piromane su commissione non solo hanno distrutto ettari di vegetazione ma hanno anche messo in pericolo le vite dei residenti e dei turisti presenti nella zona durante la stagione balneare. La località Sorresca e via degli Artiglieri sono aree particolarmente frequentate in estate e caratterizzate da un alto valore ambientale.

La notizia dell’arresto ha suscitato sgomento tra i residenti e gli attivisti locali.

Le associazioni ambientaliste hanno condannato fermamente l’accaduto, sottolineando come gesti simili minino la fiducia nelle organizzazioni che si occupano della protezione civile. In una nota congiunta, Comunità Lazio Meridionale ed Isole Pontine e l’Associazione Incontri & Confronti hanno ribadito l’importanza della prevenzione degli incendi attraverso interventi strutturali e una gestione più responsabile delle aree montane e collinari.

Tra le proposte avanzate dalle associazioni vi sono:

  • La creazione di fasce antincendio tramite tecniche come il fuoco prescritto.
  • L’aggiornamento dei Piani Generali d’Assetto Forestale (PGAF) per includere invasi capaci di raccogliere acqua piovana o derivata dallo scioglimento della neve.
  • Una revisione delle regolamentazioni relative agli allevamenti nelle aree collinari.

Questi interventi mirano a ridurre il rischio di incendi dolosi o accidentali e a garantire una maggiore sostenibilità ambientale.

Il futuro legale dell’ex carabiniere

Cestra si trova attualmente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e nei prossimi giorni sarà ascoltato dal giudice per fornire la sua versione dei fatti. Gli inquirenti hanno raccolto prove schiaccianti contro di lui grazie alle intercettazioni telefoniche e alle testimonianze del complice. Oltre all’accusa di incendio boschivo doloso, Cestra dovrà rispondere anche del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

La vicenda rappresenta un caso emblematico delle sfide legate alla gestione delle emergenze ambientali in Italia. Mentre molte associazioni operano con dedizione per proteggere il territorio dai rischi degli incendi, episodi come quello di Sabaudia mettono in luce le falle del sistema e la necessità di controlli più rigorosi sui fondi pubblici.

Il caso Cestra non è solo un tradimento della fiducia pubblica ma anche un monito sull’importanza della trasparenza nelle organizzazioni che operano nel settore della protezione civile. Mentre le indagini proseguono, resta alta l’attenzione su come prevenire simili abusi in futuro e garantire che i finanziamenti siano utilizzati esclusivamente per la tutela dell’ambiente e delle comunità locali.

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