ChatGPT e la nuova funzione “Ghiblificazione”: tra entusiasmo e controversie

ChatGPT, il celebre chatbot di OpenAI, ha recentemente introdotto una funzione che consente agli utenti di generare immagini nello stile unico di Studio Ghibli. La novità, soprannominata “Ghiblificazione”, ha rapidamente conquistato l’attenzione globale, con milioni di utenti entusiasti di trasformare foto personali e meme in opere d’arte che evocano l’estetica magica dello studio giapponese. Tuttavia, la funzione ha anche sollevato un acceso dibattito su questioni etiche e legali legate all’uso dell’intelligenza artificiale.
La magia dello stile Ghibli a portata di mano
Studio Ghibli è celebre per i suoi film d’animazione come La città incantata e Il mio vicino Totoro, caratterizzati da paesaggi onirici, colori pastello e personaggi dal design unico. Con la nuova funzione di ChatGPT, gli utenti possono creare immagini che riproducono fedelmente questo stile distintivo. Basta fornire una descrizione dettagliata o caricare una foto per ottenere un risultato sorprendente. Ad esempio, un utente potrebbe chiedere: “Genera un’immagine di una giovane ragazza che cammina in una foresta magica sotto una luce dorata, accompagnata da uno spirito fluttuante nello stile Ghibli” per ottenere una rappresentazione visiva che sembra uscita direttamente da un film di Hayao Miyazaki.
La funzione è stata resa disponibile sia per gli utenti gratuiti che per quelli su abbonamento Plus e Pro, rendendo accessibile questa tecnologia a un vasto pubblico. Gli appassionati hanno condiviso sui social media migliaia di immagini ispirate a Studio Ghibli, trasformando vecchie fotografie di famiglia, animali domestici e persino scene cinematografiche in opere d’arte stilizzate.
La “Ghiblificazione” ha generato un vero e proprio fenomeno virale.

Celebrità e utenti comuni hanno utilizzato la funzione per creare immagini in stile Ghibli di personaggi famosi, come Elon Musk o scene tratte da film iconici come Il Signore degli Anelli. Persino il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha adottato un’immagine generata nello stile Ghibli come foto del profilo sui social media.
Molti utenti hanno espresso entusiasmo per la possibilità di accedere a questo tipo di creatività visiva senza dover possedere competenze artistiche avanzate. Janu Lingeswaran, imprenditore residente in Germania, ha raccontato di aver trasformato la foto del suo gatto in un ritratto anime nello stile Ghibli: “Mi sono innamorato del risultato. Stiamo pensando di stamparlo e appenderlo al muro”.
Le controversie: copyright ed etica
Nonostante il successo della funzione, la sua introduzione ha riacceso il dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale nel campo della creatività. Studio Ghibli è noto per il suo approccio tradizionale all’animazione, con Hayao Miyazaki che ha più volte criticato l’uso dell’AI nel settore artistico. Miyazaki ha definito l’animazione generata dall’intelligenza artificiale “un insulto alla vita stessa”, sottolineando il valore umano dietro ogni disegno realizzato a mano.
Le preoccupazioni principali riguardano il modo in cui OpenAI ha addestrato i suoi modelli. Secondo esperti legali come Evan Brown, non esiste una protezione esplicita del copyright per uno stile artistico, ma se OpenAI avesse utilizzato fotogrammi dei film Ghibli per addestrare i suoi modelli senza permesso, potrebbe trovarsi in violazione delle leggi sul copyright. Questo problema non riguarda solo OpenAI: altre aziende tecnologiche come Google e Midjourney sono già coinvolte in cause legali simili per l’uso non autorizzato di opere protette durante l’addestramento dei loro modelli AI.
Inoltre, molti artisti temono che strumenti come ChatGPT possano minacciare il loro lavoro. Se gli utenti possono generare immagini straordinarie con pochi clic, quale sarà il futuro delle professioni creative? Alcuni sostengono che l’intelligenza artificiale stia erodendo il valore dell’arte umana e della creatività individuale.
OpenAI risponde alle critiche
OpenAI ha cercato di rispondere alle preoccupazioni etiche affermando che la sua tecnologia non replica lo stile di singoli artisti viventi ma si limita a emulare stili più ampi e riconoscibili come quello degli studi cinematografici. Inoltre, la società ha implementato politiche rigorose per impedire la creazione di contenuti che violino le sue linee guida, come immagini inappropriate o offensive.
Tuttavia, queste misure non hanno placato del tutto le critiche. La mancanza di trasparenza su quali dati siano stati utilizzati per addestrare i modelli continua a sollevare dubbi tra esperti legali e artisti.
Un futuro incerto per l’arte digitale
La funzione “Ghiblificazione” rappresenta un esempio lampante delle potenzialità dell’intelligenza artificiale nel campo della creatività. Ma pone anche interrogativi cruciali sul rapporto tra tecnologia e arte tradizionale. Mentre milioni di utenti celebrano la possibilità di creare immagini straordinarie con facilità, altri si chiedono se stiamo assistendo a un cambiamento irreversibile nel modo in cui percepiamo l’arte.
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale continuerà a influenzare profondamente il mondo creativo nei prossimi anni. Resta da vedere se sarà possibile trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto per le tradizioni artistiche consolidate.
La nuova funzione di ChatGPT dedicata alla creazione di immagini in stile Studio Ghibli ha aperto nuove possibilità creative ma anche nuove controversie etiche e legali. Mentre gli utenti si divertono a esplorare questa tecnologia rivoluzionaria, gli esperti sollevano importanti domande sul futuro dell’arte nell’era digitale.
Il dibattito sulla “Ghiblificazione” è destinato a proseguire, riflettendo le tensioni tra progresso tecnologico e tutela dei valori culturali. In ogni caso, questa funzione dimostra quanto l’intelligenza artificiale stia ridefinendo i confini della creatività umana – nel bene e nel male.
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