Cortina, mangia formaggio con latte crudo: bambina di un anno ricoverata in ospedale
Il lotto ritirato in tutta Italia
Cortina d’Ampezzo, 21 novembre 2024 – Una bambina di un anno è stata ricoverata in ospedale dopo aver consumato formaggio prodotto con latte crudo, scatenando un allerta sanitaria che ha portato al ritiro di un intero lotto di prodotti caseari in tutta Italia. Questo episodio ha riacceso il dibattito sui rischi legati al consumo di latte crudo e dei suoi derivati, specialmente per i più piccoli.
La segnalazione è giunta dai genitori della piccola, che hanno notato sintomi preoccupanti dopo che la bambina aveva mangiato del formaggio a latte crudo proveniente da un produttore locale. I sintomi includevano febbre alta, diarrea e segni di disidratazione. Preoccupati per la salute della loro figlia, i genitori hanno immediatamente contattato il pronto soccorso, dove i medici hanno diagnosticato una possibile infezione da Escherichia coli.
Il ricovero della bambina ha spinto le autorità sanitarie a intervenire rapidamente.
Il Ministero della Salute ha avviato un’indagine per risalire al lotto di formaggio consumato e ha disposto il ritiro immediato dei prodotti caseari coinvolti dalla distribuzione. Questo intervento è stato necessario per prevenire ulteriori casi di intossicazione alimentare e garantire la sicurezza dei consumatori.
Il richiamo ha riguardato un lotto specifico di formaggio “Strachì Nustrà” a marchio Colosio, prodotto dall’Azienda Agricola La Bratta di Foresti Matteo. Il Ministero ha comunicato che il prodotto potrebbe contenere Escherichia coli STEC, un batterio noto per causare gravi infezioni alimentari. La forma del formaggio interessata era venduta in forme intere da circa 1,5 kg, con il numero di lotto 1741024.
Le autorità hanno invitato i consumatori a non consumare il prodotto e a restituirlo al punto vendita d’acquisto. Questo richiamo è stato esteso a tutti i supermercati e negozi alimentari che avevano distribuito il formaggio incriminato, evidenziando l’importanza della vigilanza nel settore alimentare.
Il caso della bambina di Cortina ha messo in luce i rischi associati al consumo di latte crudo e dei suoi derivati. Secondo gli esperti, il latte crudo non sottoposto a trattamento termico può contenere microrganismi patogeni che possono provocare gravi malattie, soprattutto nei bambini piccoli, negli anziani e nelle persone con un sistema immunitario compromesso.
Il consumo di latte crudo è fortemente sconsigliato nei bambini sotto i cinque anni poiché il loro sistema immunitario è più vulnerabile.
Tra le malattie più gravi associate al consumo di latte crudo c’è la sindrome emolitico-uremica (SEU), causata da ceppi tossigeni di Escherichia coli. Questa condizione può portare a complicazioni renali e altre gravi conseguenze per la salute.
In Italia, la vendita di latte crudo è regolamentata da normative specifiche che mirano a proteggere i consumatori dai rischi associati alla sua assunzione. Secondo le disposizioni del Ministero della Salute, sulle macchine erogatrici di latte crudo deve essere esposta l’indicazione “Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura”. Questa misura è fondamentale per garantire che i consumatori siano consapevoli dei potenziali rischi legati al consumo diretto di latte non pastorizzato.
Nonostante queste avvertenze, molti produttori continuano a commercializzare prodotti caseari realizzati con latte crudo. La scelta di utilizzare latte non pastorizzato è spesso legata alla ricerca di sapori autentici e tradizionali, ma comporta anche responsabilità significative nei confronti della salute pubblica.
La notizia del ricovero della bambina ha suscitato preoccupazione nella comunità locale e tra i genitori.
Molti hanno espresso la necessità di una maggiore informazione riguardo ai rischi associati al consumo di prodotti caseari non trattati. “È fondamentale educare le famiglie sui pericoli del latte crudo”, ha dichiarato un medico pediatra locale. “I genitori devono essere consapevoli delle implicazioni per la salute dei loro figli”.
In risposta all’episodio, alcune associazioni locali hanno avviato campagne informative per sensibilizzare la popolazione sui rischi legati al consumo di latte crudo e sull’importanza della sicurezza alimentare. Queste iniziative mirano a promuovere una cultura della prevenzione e dell’attenzione verso la salute.
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