Come sarà eletto il nuovo Papa?

Dopo la recente scomparsa di Papa Francesco, la Chiesa cattolica si prepara a un evento di enorme rilievo spirituale, politico e mediatico: l’elezione del nuovo Pontefice. Il processo che porterà alla scelta del successore di Bergoglio è noto come Conclave, una procedura antichissima ma sempre attuale, che si svolge all’interno della Cappella Sistina in Vaticano. Vediamo passo dopo passo come avverrà l’elezione del nuovo Papa e quali sono i cardinali più accreditati per succedere a Francesco.
La convocazione e la preparazione al Conclave
Entro 15-20 giorni dalla morte del Papa, il decano del Collegio dei Cardinali convoca tutti i cardinali elettori a Roma. Questi ultimi sono i cardinali che al momento dell’inizio del Conclave hanno meno di 80 anni e hanno diritto di voto: attualmente sono 135. Il periodo che intercorre tra la morte del Pontefice e l’elezione del successore è chiamato sede vacante. Durante questo tempo, il Collegio dei Cardinali governa la Chiesa ma non può prendere decisioni di rilievo.
Il giorno stabilito per l’inizio del Conclave, i cardinali si riuniscono nella Basilica di San Pietro per la messa pro eligendo Romano Pontefice (“per l’elezione del Pontefice”). Dopo la celebrazione, in processione, si dirigono verso la Cappella Sistina, dove si svolgeranno le votazioni. Qui, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie pronuncia l’ordine Extra omnes (“Fuori tutti”), invitando chiunque non faccia parte del Conclave a lasciare la cappella.
Le regole del voto e il segreto assoluto
Il Conclave si svolge sotto un rigido segreto perpetuo, al fine di garantire l’indipendenza e la libertà del voto. I cardinali votano in modo segreto scrivendo su una scheda il nome del candidato che ritengono più idoneo a diventare Papa. Per essere eletto, un candidato deve ottenere una maggioranza qualificata di due terzi dei voti, ossia almeno 90 voti su 135.
Ogni giorno possono essere effettuati fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa apposita. Se il risultato non è decisivo, viene rilasciato fumo nero, visibile da Piazza San Pietro, a indicare che il nuovo Papa non è stato ancora eletto. Quando il voto ha successo, il fumo è bianco, e il cardinale protodiacono annuncia al mondo il celebre “Habemus Papam”.
La procedura di voto e il ballottaggio
Se dopo 33 votazioni non si raggiunge un accordo, si procede a un ballottaggio tra i due cardinali che hanno ottenuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. In questa fase, i due candidati in lizza non possono votare. Anche in questo caso, è necessaria la maggioranza dei due terzi per eleggere il nuovo Pontefice.
Durante il voto, i cardinali rimangono isolati nella Cappella Sistina e nelle aree adiacenti, senza contatti con l’esterno, per evitare interferenze o pressioni esterne. Solo dopo l’elezione il nuovo Papa esce per la prima volta come Pontefice, benedicendo la folla e pronunciando il suo primo discorso.
I principali candidati al soglio di Pietro
Il Conclave del 2025 si presenta particolarmente articolato, con 135 cardinali elettori provenienti da 71 Paesi, di cui circa l’80% nominati da Papa Francesco. Tra questi, solo 19 sono italiani, mentre la maggioranza arriva da America Latina, Asia e Africa, a testimonianza della natura globale della Chiesa.
Secondo le agenzie internazionali e gli analisti vaticani, i principali “papabili” sono:

- Pietro Parolin (Italia, 70 anni): Segretario di Stato vaticano dal 2013, è considerato un candidato di compromesso tra progressisti e conservatori. La sua esperienza diplomatica e la conoscenza approfondita della Curia lo rendono uno dei favoriti.
- Matteo Maria Zuppi (Italia, 69 anni): Arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, noto per il suo impegno nel dialogo sociale e nella pace. È apprezzato per la sua moderazione e capacità di mediazione.
- Pierbattista Pizzaballa (Italia, 59 anni): Custode della Terra Santa, figura simbolica per il dialogo interreligioso e la presenza cristiana in Medio Oriente.
- Luis Antonio Gokim Tagle (Filippine, 67 anni): Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, considerato il “Bergoglio asiatico” per la sua vicinanza alle idee di Papa Francesco.
- Peter Erdő (Ungheria, 72 anni): Cardinale conservatore con una lunga esperienza come presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, noto per posizioni tradizionaliste ma anche per il dialogo con ambienti progressisti.
- Jean-Marc Aveline (Francia, 66 anni): Arcivescovo di Marsiglia, vicino alla visione di Francesco su immigrazione e dialogo interreligioso.
- Joseph Tobin (USA, 72 anni): Arcivescovo di Newark, potrebbe essere il primo Papa americano, rappresentando un ponte tra la Chiesa americana e quella globale.
- Peter Kodwo Appiah Turkson (Ghana, 76 anni): Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, noto per il suo impegno sul cambiamento climatico e la giustizia sociale.

Cosa aspettarsi dal nuovo Papa?
Il nuovo Pontefice erediterà una Chiesa in un momento di grandi sfide: dalla crisi vocazionale alla necessità di riforme interne, dalla gestione delle tensioni geopolitiche alla risposta alle nuove povertà e alle questioni ambientali. La figura scelta dovrà essere capace di coniugare tradizione e innovazione, mantenendo l’unità della Chiesa e rafforzando il suo ruolo nel mondo.
L’elezione del nuovo Papa è un evento che affonda le radici in una tradizione millenaria, ma che oggi si svolge in un contesto globale complesso e dinamico. Il Conclave, con le sue regole rigorose e il segreto assoluto, rappresenta un momento di profonda riflessione spirituale e politica per la Chiesa cattolica.
Mentre il mondo attende con ansia la fumata bianca dalla Cappella Sistina, i cardinali si preparano a un voto che non solo sceglierà il successore di Papa Francesco, ma definirà anche la direzione futura di una delle istituzioni più antiche e influenti della storia umana.
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