Simba La Rue arrestato a Barcellona: condannato a 7 anni per sparatoria e faida tra trapper

Mohamed Lamine Saida, meglio conosciuto come Simba La Rue, è stato arrestato nei dintorni di Barcellona dalle autorità spagnole su mandato delle forze dell’ordine italiane. Il trapper italo-tunisino, figura controversa della scena musicale italiana, dovrà scontare oltre sette anni di carcere per due condanne definitive legate a episodi di violenza, tra cui una sparatoria avvenuta nel 2022 e la cosiddetta “faida tra trapper”. L’arresto segna un capitolo cruciale nella sua storia personale e nella lotta contro la criminalità legata al mondo della musica urbana.
La carriera di Simba La Rue: talento e controversie
Simba La Rue, nato a Tunisi il 17 maggio 2002, si è trasferito in Italia nel 2009 insieme alla madre e ai fratelli, raggiungendo il padre già residente a Merone, in provincia di Como. La sua adolescenza è stata segnata da difficoltà personali e da un progressivo allontanamento dagli studi. Tuttavia, è riuscito a emergere nella scena musicale italiana grazie al suo talento nel rap e alla capacità di raccontare storie crude e autentiche legate alla vita di strada.
La sua discografia include brani che hanno riscosso successo tra i giovani, ma la sua figura è stata spesso associata a episodi di violenza e provocazioni. Simba La Rue è diventato uno dei protagonisti della cosiddetta “faida tra trapper”, una serie di scontri tra artisti emergenti che ha attirato l’attenzione mediatica non solo per la musica ma anche per le tensioni fuori dal palco.
Le accuse e le condanne definitive
L’arresto di Simba La Rue è legato a due episodi distinti ma ugualmente gravi. La prima condanna riguarda una sparatoria avvenuta il 3 luglio 2022 nei pressi di un noto locale in Corso Como, Milano. Durante l’incidente, due persone di origine senegalese furono ferite da colpi d’arma da fuoco. Simba La Rue fu identificato come uno dei responsabili insieme al collega trapper Mouhib Zechariah, noto come Baby Gang. Per questo episodio, il tribunale lo ha condannato a quattro anni e sei mesi di carcere.
La seconda condanna, invece, è legata alla “faida tra trapper”, durante la quale Simba La Rue fu coinvolto in episodi di violenza fisica e minacce armate. Tra questi eventi figura un agguato subito dallo stesso artista, che riportò gravi ferite a una gamba dopo essere stato accoltellato. Per questa vicenda, il tribunale ha emesso una pena di tre anni, nove mesi e dieci giorni.
La fuga e l’arresto in Spagna
Dopo la sentenza definitiva della Cassazione l’11 marzo scorso, Simba La Rue si era reso irreperibile dalla sua abitazione a Merone nonostante fosse sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Le autorità italiane hanno avviato una serie di indagini investigative che hanno permesso di localizzarlo a Castelldefels, nei pressi di Barcellona. L’arresto è stato coordinato dal sostituto procuratore generale Giuseppe De Benedetto e eseguito dalle forze dell’ordine spagnole in collaborazione con i Carabinieri di Milano.
Simba La Rue è stato trovato insieme ad alcuni sostenitori ritenuti parte della sua fazione. Dopo l’arresto, è stato trasferito in un carcere spagnolo in attesa delle procedure di estradizione verso l’Italia.
La difesa del legale

Il legale del trapper, Niccolò Vecchioni, ha dichiarato che Simba La Rue non era latitante ma si trovava in Spagna per motivi lavorativi. Ha inoltre sottolineato che il suo assistito aveva ottenuto un differimento della pena per motivi di salute legati alle ferite subite durante l’agguato nella faida tra trapper. Tuttavia, con la seconda condanna definitiva emessa lo scorso marzo, era ormai inevitabile che dovesse affrontare il carcere.
Le reazioni pubbliche
L’arresto del giovane artista ha suscitato reazioni contrastanti tra i fan e gli osservatori della scena musicale italiana. Mentre alcuni lo considerano vittima delle difficoltà del contesto sociale da cui proviene, altri vedono nella sua figura un esempio negativo che alimenta stereotipi sulla cultura urbana.
Le autorità italiane hanno sottolineato l’importanza dell’operazione come parte della lotta contro la criminalità organizzata legata al mondo dei trapper. “Questo arresto dimostra che nessuno è al di sopra della legge,” ha dichiarato un portavoce dei Carabinieri.
L’arresto e la condanna definitiva di Simba La Rue segnano un momento significativo nella storia recente della musica urbana italiana. Da giovane promessa del rap a figura controversa coinvolta in episodi criminali, la parabola dell’artista riflette le tensioni tra creatività e realtà sociale che caratterizzano questo genere musicale.
Mentre le indagini continuano per chiarire tutti gli aspetti delle vicende giudiziarie legate al trapper italo-tunisino, resta alta l’attenzione sul ruolo delle istituzioni nel prevenire fenomeni di violenza legati alla cultura giovanile. Per Simba La Rue si apre ora un capitolo difficile che potrebbe ridefinire non solo la sua carriera ma anche il modo in cui viene percepita la scena musicale urbana in Italia.
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