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Cronaca

Devastante Terremoto in Afghanistan: Oltre 800 Morti e Migliaia di Feriti Scuotono il Paese

Un violento terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2025 l’Afghanistan orientale, provocando una catastrofe umanitaria che ha sconvolto il paese. Il bilancio, ancora provvisorio, è drammatico: oltre 812 morti e circa 2.800 feriti, secondo quanto comunicato dal ministero dell’Interno afghano. Tuttavia, le autorità temono che questi numeri possano aumentare drasticamente, poiché molte aree remote rimangono ancora inaccessibili ai soccorritori.

L’epicentro del terremoto è stato localizzato a circa 27 chilometri da Jalalabad, nella provincia di Nangarhar, e a soli 8 chilometri di profondità.

Questa scarsa profondità ha amplificato notevolmente l’impatto distruttivo del sisma, che ha interessato principalmente le province orientali di Kunar e Nangarhar, al confine con il Pakistan. La scossa principale è stata seguita da almeno tredici scosse di assestamento, alcune delle quali di magnitudo superiore a 5.0, rendendo ancora più precaria la situazione nelle zone colpite.

Non solo l’Afghanistan ha percepito il terremoto, ma anche il Pakistan e parti dell’India, inclusa la capitale Delhi, hanno avvertito le vibrazioni. Persino Kabul, distante 370 chilometri dall’epicentro, ha sentito chiaramente la scossa, generando panico e ansia tra la popolazione.

Devastazione nelle Province Colpite

La provincia di Kunar ha registrato il bilancio più pesante: circa 800 morti e oltre 2.500 feriti, mentre nella vicina Nangarhar si contano 12 vittime e 255 feriti. Quattro villaggi sono stati completamente rasi al suolo, e centinaia di abitazioni sono crollate o risultano gravemente danneggiate. Le costruzioni, realizzate principalmente con mattoni di fango e pietra, non hanno resistito alla violenza del sisma.

I distretti più colpiti sono quelli di Nur Gul, Soki, Watpur, Manogi e Chapadare nella provincia di Kunar, mentre nella provincia di Nangarhar, il distretto di Darai Nur ha registrato nove delle dodici vittime. Inoltre, nella provincia di Laghman, ottanta persone sono rimaste ferite, sei delle quali in condizioni gravi.

Operazioni di Soccorso Ostacolate

Le operazioni di soccorso si stanno rivelando estremamente complesse e difficoltose. Infatti, la conformazione montuosa del territorio, le strade bloccate dalle frane causate sia dal terremoto sia dalle piogge recenti, e l’isolamento di molte comunità stanno ostacolando gravemente gli interventi. I soccorsi sono possibili principalmente via aerea, mentre molte aree rimangono ancora completamente isolate.

Il capo della polizia della provincia di Kunar ha confermato alla BBC che le strade per raggiungere le zone più colpite sono impraticabili a causa delle frane. Pertanto, gli elicotteri dell’esercito afghano stanno trasportando i feriti verso gli ospedali della provincia di Nangarhar, e contemporaneamente stanno consegnando aiuti alimentari e medicinali nelle aree devastate.

Benché le squadre di emergenza si stiano mobilitando con tutte le risorse disponibili, il governo talebano ha ammesso di avere mezzi limitati per gestire questa emergenza di tale portata. Dunque, ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale e alle organizzazioni umanitarie affinché forniscano supporto immediato per salvare il maggior numero possibile di vite umane.

La tragedia ha suscitato una pronta reazione della comunità internazionale.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso “piena solidarietà al popolo afghano” e ha dichiarato che il team dell’ONU già presente nel paese è mobilitato per fornire assistenza immediata nelle zone colpite. “Esprimo le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e auguro pronta guarigione ai feriti”, ha aggiunto Guterres.

Anche la commissaria europea per la gestione delle emergenze, Hadja Lahbib, ha espresso condoglianze e ha confermato che la squadra europea per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario è sul campo, mentre i partner sono pronti a fornire assistenza immediata. Inoltre, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha esortato la comunità dei donatori a “non esitare a sostenere gli sforzi di soccorso“.

Pure Papa Francesco, tramite un telegramma del cardinale Pietro Parolin, ha espresso profondo dolore per la grave perdita di vite umane, manifestando “sincera solidarietà in particolare a coloro che piangono la perdita dei loro cari e al personale di emergenza impegnato nelle opere di soccorso”.

Questo devastante terremoto colpisce l’Afghanistan in un momento di estrema fragilità.

Il paese, infatti, sta affrontando multiple crisi umanitarie: quasi il 50% della popolazione vive in condizioni di povertà estrema, mentre i recenti tagli agli aiuti internazionali hanno ulteriormente indebolito la capacità di risposta alle emergenze. Inoltre, centinaia di migliaia di afghani sono stati deportati dai paesi vicini, aggravando la situazione umanitaria complessiva.

L’Afghanistan si trova su una serie di linee di faglia tettoniche, in particolare lungo la catena montuosa dell’Hindu Kush, dove si incontrano le placche euroasiatica e indiana. Questa posizione geografica rende il paese particolarmente vulnerabile ai terremoti. Negli ultimi anni, il paese ha già subìto diverse tragedie simili: nell’ottobre 2023, più di 1.500 persone sono morte in un terremoto nella provincia di Herat, mentre nel 2022 un sisma di magnitudo 5.9 nella provincia di Paktika ha causato circa 1.000 vittime.

Prospettive e Necessità Future

Mentre i soccorsi continuano, è evidente che questa tragedia evidenzia non solo la vulnerabilità sismica dell’Afghanistan, ma anche la necessità urgente di un rafforzamento delle capacità di risposta ai disastri naturali. Le autorità sanitarie locali hanno distribuito 30 operatori medici e 800 chilogrammi di forniture mediche nella provincia di Kunar per supportare gli ospedali sopraffatti dall’emergenza.

Tuttavia, la sfida più grande rimane l’accesso alle aree remote e montane, dove si teme che molte persone possano essere ancora intrappolate sotto le macerie. Dal momento che le operazioni di ricerca e soccorso sono ostacolate dalle condizioni geografiche e meteorologiche avverse, è fondamentale che l’aiuto internazionale arrivi rapidamente e in modo coordinato.

Ebbene, questa nuova tragedia che ha colpito l’Afghanistan orientale rappresenta l’ennesima prova della fragilità di un paese già provato da decenni di conflitti e instabilità. Non solo è necessario un intervento immediato per salvare vite umane, ma è pure indispensabile un impegno a lungo termine per migliorare la resilienza delle comunità locali e le infrastrutture del paese. Affinché simili tragedie possano essere meglio gestite in futuro, è essenziale che la comunità internazionale mantenga il proprio sostegno all’Afghanistan, sia nelle emergenze immediate sia nello sviluppo di capacità di prevenzione e risposta ai disastri naturali.

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