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Cronaca

Iraq: Legalizzato il Matrimonio Infantile a 9 Anni. Una Decisione che Sancisce lo Stupro Legale delle Bambine

La notizia ha scosso il mondo intero: il parlamento iracheno ha approvato una legge che consente il matrimonio di bambine a partire dai 9 anni.

Questa decisione, che molti definiscono una legalizzazione dello stupro infantile, segna un passo indietro drammatico per i diritti delle donne e dei minori in un paese già segnato da profonde disuguaglianze e violenze. La riforma, sostenuta da partiti conservatori e gruppi religiosi, ha suscitato proteste e indignazione sia in Iraq che a livello internazionale.

Il 22 gennaio 2025, il parlamento iracheno ha approvato emendamenti alla legge sullo status personale, un testo che regola le questioni matrimoniali e familiari. Tra le principali modifiche, spicca l’abbassamento dell’età minima per contrarre matrimonio da 18 a 9 anni, in linea con le interpretazioni della legge islamica da parte della scuola giuridica Jaafari, seguita dalla maggioranza degli sciiti in Iraq.

Questa riforma consente ai tribunali religiosi di decidere su questioni familiari senza alcun intervento del codice civile, annullando decenni di progressi nella tutela dei diritti delle donne. «È una vittoria per la tradizione», ha dichiarato uno dei sostenitori della legge, mentre gli oppositori avvertono che si tratta di un attacco diretto ai diritti umani.

La reazione alla nuova legge è stata immediata e veemente.

In diverse città irachene, tra cui Baghdad e Erbil, migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro quella che considerano una barbarie. Attivisti per i diritti umani hanno sventolato cartelli con frasi come “Le bambine non sono merce” e “Basta con la pedofilia legalizzata”.

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Organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch hanno condannato la legge, definendola una violazione flagrante dei diritti delle bambine. «Questa legge non solo permette il matrimonio infantile, ma legittima lo stupro», ha affermato un portavoce di Amnesty. Anche l’UNICEF ha espresso preoccupazione: «Le bambine irachene meritano protezione e opportunità, non di essere date in sposa a 9 anni».

Per comprendere le ragioni dietro questa decisione è necessario considerare il contesto culturale e politico dell’Iraq.

Negli ultimi anni, il paese ha visto un aumento delle tensioni tra forze liberali e conservatrici. I partiti religiosi hanno guadagnato terreno nel governo e hanno iniziato a promuovere leggi che riflettono valori tradizionali piuttosto che i diritti umani universali.

La questione del matrimonio infantile è particolarmente complessa in Iraq. Secondo dati recenti, circa il 28% delle ragazze viene sposata prima dei 18 anni. In molte comunità, il matrimonio precoce è visto come una soluzione economica o sociale, spesso legata a pratiche culturali radicate.

Le conseguenze della legalizzazione del matrimonio infantile sono devastanti.

Le bambine costrette a sposarsi a una giovane età affrontano rischi significativi:

  1. Salute Fisica e Mentale: Le gravidanze precoci possono portare a complicazioni mediche gravi e aumentare il rischio di mortalità materna.
  2. Abbandono Scolastico: Le ragazze sposate spesso abbandonano la scuola, limitando le loro opportunità future e perpetuando il ciclo della povertà.
  3. Violenza Domestica: Le spose bambine sono più vulnerabili alla violenza domestica e agli abusi sessuali all’interno del matrimonio.
  4. Perdita di Diritti: Con l’approvazione della legge, i diritti fondamentali delle donne vengono ulteriormente erosi, rendendo difficile per loro cercare giustizia o protezione.

Attiviste irachene stanno alzando la voce contro questa legge disumana.

«Non possiamo permettere che le nostre bambine vengano trattate come oggetti», afferma Nadia Al-Mansour, fondatrice di un’organizzazione per i diritti delle donne in Iraq. «Stiamo combattendo per un futuro migliore per loro, dove possano andare a scuola e sognare senza paura».

Il movimento femminista iracheno sta cercando di mobilitare l’opinione pubblica contro la legge attraverso campagne sui social media e manifestazioni pacifiche. «Ogni bambina merita di essere protetta», continua Al-Mansour. «La nostra lotta è per la dignità e i diritti umani».

Il Ruolo della Comunità Internazionale

La comunità internazionale deve intervenire con decisione per fermare questa deriva verso l’oscurantismo. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea devono esercitare pressioni sul governo iracheno affinché rispetti gli impegni internazionali sui diritti umani.

«Non possiamo restare in silenzio mentre le bambine vengono sacrificate in nome della tradizione», afferma Sarah Johnson, esperta di diritti umani presso l’ONU. «È fondamentale che la comunità globale si unisca per proteggere queste giovani vite».

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