Medici di Famiglia: La Svolta Epocale nel Documento Riservato. Da Liberi Professionisti a Dipendenti del SSN


Una rivoluzione silenziosa, ma destinata a cambiare il volto della sanità italiana. Un documento riservato di 22 pagine, visionato in anteprima da Milena Gabanelli per il Corriere della Sera, prevede di trasformare i medici di famiglia da liberi professionisti convenzionati a dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Una riforma storica, sostenuta dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dalle Regioni, che punta a potenziare l’assistenza territoriale e a far decollare le 1.350 Case della Comunità finanziate con 2 miliardi di euro dal PNRR. Ma tra entusiasmi e polemiche, il percorso verso l’approvazione si annuncia tortuoso.
Liberi Professionisti vs. Dipendenti: Così Cambia il Lavoro
Oggi, i 50.000 medici di medicina generale italiani sono autonomi convenzionati con il SSN. Gestiscono orari, modalità di lavoro e carichi di pazienti in piena autonomia, con accordi nazionali spesso disattesi a livello locale. Durante la pandemia, ad esempio, molti si rifiutarono di eseguire tamponi Covid, evidenziando le criticità di un sistema basato sulla volontarietà.
La bozza di riforma ribalta questo modello:
- I nuovi medici verranno assunti come dipendenti pubblici, equiparati ai colleghi ospedalieri.
- Quelli già in servizio potranno scegliere se mantenere lo status attuale o passare al nuovo regime.
- Obbligo di operare sia negli studi privati che nelle Case della Comunità, garantendo servizi dalle 8 alle 20 con supporto diagnostico.
«L’obiettivo è garantire un’assistenza capillare, soprattutto nei piccoli comuni», spiega una fonte del Ministero. «Nessun paziente dovrà più sentirsi abbandonato».
Orari Rigidi e Nuova Formazione: Le Novità Choc
Il documento introduce un impegno settimanale di 38 ore, suddivise tra visite dirette (da 6 a 24 ore, in base al numero di assistiti) e attività territoriali come screening e prevenzione. Chi segue oltre 1.500 pazienti dovrà dedicare almeno 24 ore ai consulti, riducendo il tempo per altri compiti.
Anche la formazione cambia radicalmente: si passa da un corso triennale regionale a una specializzazione universitaria quadriennale, parificata a quella degli ospedalieri. Le borse di studio saliranno da 11.500 a 26.000 euro annui, attirando più giovani verso la professione.

«Serve professionalità elevata per gestire cronicità e fragilità», sottolinea Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO. «Già oggi, i medici possono offrire 20 milioni di ore annue nelle Case della Comunità. Con questa riforma, ottimizzeremo le risorse».
La Bomba Pensionamenti e la Crisi di Personale
La riforma arriva in un contesto drammatico: secondo la Fimmg, tra il 2024 e il 2025 andranno in pensione 12.000-15.000 medici, con solo 1.500 nuovi ingressi annui. Già oggi mancano 2.900 professionisti, lasciando scoperte intere aree del Paese.

«Senza interventi, un terzo degli italiani perderà il medico di base entro tre anni», avverte Silvestro Scotti, segretario Fimmg. La proposta di dipendenza pubblica cerca di rendere la professione più attraente, ma i sindacati temono resistenze: «Alcuni colleghi non accetteranno di perdere autonomia», ammette un medico romano.
Il ministro Schillaci difende la riforma: «Servono medici presenti sul territorio, integrati con ospedali e servizi sociali». Le Regioni, dal canto loro, vedono nelle Case della Comunità un’occasione per razionalizzare i costi.

Ma non tutti plaudono. Forza Italia ha presentato una controproposta, chiedendo di mantenere la convenzione e potenziare le équipe territoriali senza vincoli di dipendenza. «Il rischio è un esodo verso il privato», sostiene Antonio Tajani. Intanto, la Fimmg contesta l’assenza di consultazioni: «Si è scelto di negoziare nell’ombra, tutelando più l’Enpam che i medici», accusa Pina Onotri, segretario del Sindacato Medici Italiani.
Cosa Cambia per i Pazienti?
Se approvata, la riforma garantirà:
- Accesso facilitato a visite, esami e prevenzione nelle Case della Comunità.
- Orari estesi (dalle 8 alle 20), con medici reperibili anche per emergenze minori.
- Collaborazione strutturata con infermieri, specialisti e psicologi.
«Finalmente potremo seguire i cronici senza dover scegliere tra studio e territorio», commenta Laura Bianchi, medico di base a Milano. Ma c’è chi teme il sovraccarico: «Con 38 ore fisse e burocrazia, rischiamo di bruciarci», avverte un collega anonimo.
I Nodi da Sciogliere: Autonomia, Stipendi e Carichi
Il documento non chiarisce due aspetti cruciali:
- Gli stipendi: come verranno calcolati? Oggi un medico guadagna in media 70.000-90.000 euro l’anno, ma con forti disparità.
- La libertà gestionale: i dipendenti potranno rifiutarsi di lavorare in certe zone o orari?
«Servono garanzie per evitare fughe dal pubblico», insiste Tajani. Intanto, le Regioni chiedono fondi aggiuntivi per assumere migliaia di nuovi medici, mentre il Ministero studia incentivi per chi accetta sedi disagiate.
La riforma dei medici di famiglia è una scommessa ambiziosa, che potrebbe modernizzare il SSN o aggravarlo, a seconda dell’esecuzione. Con l’onda dei pensionamenti in arrivo e le Case della Comunità ancora semi-vuote, il tempo stringe.
«Servono coraggio e pragmatismo», conclude Anelli. «Se vogliamo salvare l’assistenza primaria, dobbiamo innovare senza paura». Intanto, il documento riservato continua a far discutere, mentre i cittadini incrociano le dita: la posta in gioco è la salute di milioni di italiani.
Un commento