Terme di Caramanico, ancora in standby l’assegnazione in concessione delle acque
I ritardi di Regione e Areacom pregiudicheranno anche l’esito della quinta asta, la cui scadenza è fissata per domani?
Domani scadrà il termine per partecipare all’asta per i due lotti della procedura fallimentare relativa alle Terme di Caramanico
Scadrà domani alle ore 12 il termine per partecipare alla quinta asta per i due lotti della procedura fallimentare relativa alle Terme di Caramanico.
Questa volta è cambiata la modalità, si è passati a un’asta online asincrona, oltre a registrare un ulteriore ribasso dei prezzi, fissato questa volta in 5.687.876 euro per il lotto 1 (lo stabilimento termale), la cui perizia fissava il valore a circa 10 milioni di euro, e 7.958.349 euro per il lotto 2 (la spa), il cui valore periziato era pari a circa 14 milioni.
I numeri dimostrano come i beni siano acquistabili oggi ad un valore pari alla metà delle valutazioni iniziali dei periti, ma questa è una materia che non attiene alla politica. Ciò che colpisce invece è che dopo le entusiaste e scomposte reazioni del centrodestra regionale durante la campagna elettorale, nel corso della quale hanno annunciato trionfanti l’assegnazione in concessione dell’utilizzo delle fonti termali, in realtà anche questa asta si sta tenendo, almeno stando alle notizie in nostro possesso e alle mancate risposte di Areacom, senza un formale aggiudicatario delle acque.
Infatti, Areacom, l’Agenzia Regionale per la Committenza, che ha tenuto la gara per la concessione, dallo scorso febbraio sta effettuando la verifica dei requisiti (posizione fiscale, antimafia, etc) della ditta che ha presentato l’offerta vincente, che ricordiamo è la Dre srl, una società che peraltro non vanta esperienze precedenti nella gestione di stabilimenti termali.
Avere contezza del fatto che la gara fosse stata effettivamente aggiudicata
A seguito dell’esito del lavoro della commissione di gara, annunciato lo scorso febbraio, abbiamo scritto una prima volta ad Areacom l’11 aprile per avere contezza dei documenti e del fatto che la gara fosse stata effettivamente aggiudicata. La risposta di Areacom, datata 15 aprile, specificava come la procedura non fosse conclusa poiché era ancora in corso il controllo dei requisiti. Ed infatti, dopo il tanto correre per l’istruttoria della gara, solo dopo la mia richiesta è stata formalizzata la richiesta di verifica dei requisiti.
Abbiamo reiterato la richiesta lo scorso 15 maggio, ricevendo in cambio la stessa risposta, ovvero che i controlli non erano ancora terminati.
Il 31 maggio infine abbiamo scritto per la terza volta ad Areacom, facendo altresì presenti alcuni errori formali contenuti nella determina direttoriale di febbraio, la n. 12/2024, di aggiudicazione della gara. Nella determina era infatti scritto che l’aggiudicazione avveniva sulla base degli articoli 80 e 86 del D. Lgs. 50/2016 (il vecchio codice dei contratti).
Tuttavia la procedura era stata effettuata sulla base del D. Lgs. 36/2023, cioè il Codice più recente. Sembra un cambiamento di poco conto e invece non lo è, perché la normativa attuale non avrebbe permesso ad Areacom di effettuare un affidamento subordinato alla verifica dei requisiti, come invece avvenuto. In sostanza, Areacom avrebbe dovuto prima effettuare i controlli e solo in seguito aggiudicare definitivamente la procedura.
Dalla nostra ultima missiva sono trascorsi più di quindici giorni.
In questo lasso di tempo non abbiamo ricevuto risposte e devo quindi presumere che la verifica dei requisiti sia ancora in corso. Pertanto, lo stesso centrodestra che a febbraio gioiva per l’assegnazione delle acque dovrebbe ora spiegarci perché abbia permesso che anche la quinta asta si svolgesse senza l’assegnazione delle acque, in mancanza della quale, come ormai risaputo, è alquanto difficile trovare qualcuno disposto ad acquisire gli immobili.
Da parte nostra continuiamo a pensare che riunire in un unico proprietario, cioè la Regione, la gestione delle acque e le strutture immobiliari, sia l’unica possibilità per una concreta e reale possibilità di vendita delle terme di Caramanico. La Regione a guida Marsilio non è di questo avviso, ne siamo consapevoli, ma con questo abissale ritardo sta mortificando, ancora una volta, il comprensorio della Maiella.
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