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Cronaca

Burkina Faso svolta storica: Ibrahim Traoré elimina le tasse scolastiche e rende l’istruzione gratuita

Una svolta epocale per il Burkina Faso: il presidente Ibrahim Traoré ha annunciato l’eliminazione di tutte le tasse scolastiche, rendendo l’istruzione completamente gratuita dalla scuola primaria fino all’università. La decisione, ufficializzata con un decreto presidenziale, segna una delle riforme più ambiziose e rivoluzionarie mai adottate dal paese africano e ha già suscitato entusiasmo, dibattito e ammirazione in tutto il continente.

La dichiarazione di Traoré, trasmessa in diretta nazionale, ha sorpreso e commosso milioni di cittadini.

“Le catene dell’ignoranza sono più pesanti della povertà, e io le spezzerò tutte,” ha affermato il presidente, sottolineando la volontà di investire nel capitale umano come chiave per il futuro del Burkina Faso. La nuova politica prevede non solo la cancellazione delle tasse di iscrizione e frequenza, ma anche la gratuità dei libri di testo, delle uniformi, delle tasse universitarie, delle registrazioni agli esami, dei trasporti e persino dei pasti scolastici.

Questa misura fa del Burkina Faso il primo paese africano a garantire l’istruzione gratuita e universale dall’infanzia all’università, superando anche le esperienze di altri paesi che avevano introdotto la gratuità solo per alcuni cicli scolastici.

Come sarà finanziata la riforma?

Una delle domande più frequenti riguarda la sostenibilità economica di una riforma così ampia. Il presidente Traoré ha spiegato che il piano sarà finanziato attraverso una serie di misure innovative: tagli alle spese governative non essenziali, una tassazione più rigorosa delle compagnie straniere che operano nel paese e la creazione di un fondo nazionale per l’istruzione sostenuto da investitori locali.

Inoltre, Traoré ha già dato prova di saper utilizzare le risorse nazionali per il bene pubblico. Nel 2024, ad esempio, aveva lanciato un programma di cliniche mobili gratuite finanziate con l’oro del Burkina Faso, senza ricorrere a prestiti o aiuti stranieri. Questo approccio, basato su sovranità e autosufficienza, è stato lodato da molti osservatori come modello per altri paesi africani.

La reazione della popolazione è stata di entusiasmo e sollievo.

Sui social network e nelle piazze, studenti e genitori hanno celebrato la decisione, condividendo storie di sacrifici per poter pagare le rette scolastiche. “Vendevo pomodori per pagare l’esame di mio figlio, ora posso finalmente respirare,” ha raccontato una madre intervistata da media locali.

Anche gli insegnanti e gli operatori scolastici hanno accolto con favore la riforma, vedendola come un’opportunità per aumentare il tasso di scolarizzazione e ridurre l’abbandono scolastico, che in Burkina Faso rimaneva tra i più alti dell’Africa subsahariana.

Un esempio per l’intero continente

La scelta di Traoré ha avuto un’eco internazionale, in particolare tra i paesi africani che da anni cercano di migliorare l’accesso all’istruzione. In Uganda, ad esempio, la notizia ha acceso il dibattito sull’efficacia delle politiche di istruzione gratuita introdotte negli anni Novanta, spesso ostacolate da costi occulti e infrastrutture carenti. Molti analisti suggeriscono che il Burkina Faso potrebbe diventare un modello, a patto che riesca a garantire qualità e sostenibilità nel lungo periodo.

Decolonizzare l’istruzione: un nuovo curriculum per il Burkina Faso

Oltre alla gratuità, il presidente Traoré ha annunciato l’intenzione di riformare radicalmente i programmi scolastici, sospendendo l’educazione di stampo coloniale per promuovere una didattica che valorizzi la storia, la cultura e i valori africani. L’obiettivo è formare cittadini consapevoli, orgogliosi della propria identità e capaci di contribuire allo sviluppo del paese.

Il discorso di Traoré ha sottolineato la necessità di “decolonizzare i saperi” e di fornire ai giovani strumenti per affrontare le sfide del XXI secolo, dalla tecnologia all’imprenditoria, senza dimenticare le radici culturali.

Nonostante l’entusiasmo, la riforma non sarà priva di ostacoli.

Restano da risolvere problemi strutturali come la carenza di insegnanti qualificati, la scarsità di infrastrutture scolastiche e le difficoltà logistiche nelle aree rurali. Il rischio, evidenziato da esperienze passate in altri paesi, è che la gratuità non si traduca automaticamente in qualità, se non accompagnata da investimenti in formazione, materiali didattici e motivazione del personale.

Traoré stesso ha riconosciuto queste sfide, invitando la popolazione a “prendere per mano il futuro della nazione” e a collaborare per il successo della riforma. Ha inoltre lanciato un appello alla solidarietà nazionale e al contributo di tutti per costruire una società più equa e istruita.

Un messaggio al mondo: “Un popolo istruito non può essere schiavizzato”

Le parole conclusive del presidente Traoré sono già diventate virali: “Un popolo istruito non può essere schiavizzato. Il Burkina Faso ha scelto la libertà attraverso la conoscenza”. Il messaggio ha ispirato milioni di giovani africani e acceso il dibattito su quale sia il vero ruolo dell’istruzione nello sviluppo e nella liberazione dei popoli.

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