
Il rapporto tra Elon Musk e Donald Trump, un tempo considerato solido, sembra essere giunto a un punto di rottura. L’imprenditore miliardario, noto per la sua leadership in aziende come Tesla e SpaceX, ha pubblicamente criticato la politica commerciale del presidente, in particolare i dazi che stanno causando perdite miliardarie alle sue imprese.
La svolta nelle relazioni Musk-Trump
Elon Musk, che in passato aveva fatto parte dei consigli consultivi di Trump e ne aveva sostenuto alcune politiche, ha recentemente preso le distanze dall’amministrazione. Il motivo principale di questa frattura sono i dazi imposti da Trump su una vasta gamma di prodotti importati, che stanno avendo un impatto significativo sulle aziende di Musk.
“Chi avrebbe mai pensato che Trump sarebbe diventato il presidente americano con la tassazione più alta in generazioni?” ha dichiarato Kimbal Musk, fratello di Elon e membro del consiglio di amministrazione di Tesla, in un post su X. “Attraverso la sua strategia tariffaria, Trump ha implementato una tassa strutturale e permanente sul consumatore americano“.
L’impatto dei dazi sulle aziende di Musk
Le tariffe imposte da Trump, che includono un dazio del 25% sulle importazioni dal Messico e dal Canada e un ulteriore 10% sulle importazioni dalla Cina, stanno colpendo duramente le catene di approvvigionamento globali su cui si basano aziende come Tesla e SpaceX.
Tesla, in particolare, ha visto le sue azioni crollare di oltre il 6% in un solo giorno a seguito dell’annuncio delle nuove tariffe. L’azienda, che dipende da componenti provenienti da diversi paesi per la produzione delle sue auto elettriche, si trova ora a dover affrontare costi significativamente più alti.
SpaceX, l’altra grande impresa di Musk, potrebbe subire conseguenze simili. L’azienda aerospaziale, che compete per contratti governativi e commerciali, potrebbe vedere i suoi costi aumentare e la sua competitività diminuire a causa delle tariffe sui materiali importati.
La reazione di Musk e il dibattito pubblico
Elon Musk non ha esitato a esprimere la sua frustrazione. In un post su X, ha criticato aspramente Peter Navarro, consigliere commerciale di Trump, suggerendo che il suo dottorato di Harvard “indicava più ego che cervello” e affermando che “non ha costruito un bel niente”.
Successivamente, durante un incontro politico in Italia, Musk ha dichiarato di preferire “un mondo con più libero scambio, non meno”. Queste dichiarazioni segnano un netto distacco dalla retorica protezionista dell’amministrazione Trump.
Le implicazioni economiche più ampie
L’allontanamento di Musk da Trump non è solo una questione personale, ma riflette preoccupazioni più ampie nel mondo degli affari riguardo all’impatto dei dazi sull’economia americana. Secondo stime della Tax Foundation, le tariffe imposte durante il primo mandato di Trump hanno già ridotto il PIL a lungo termine degli Stati Uniti dello 0,2%.
Le nuove tariffe proposte potrebbero avere un impatto ancora maggiore. Si stima che i dazi proposti su Canada e Messico potrebbero ridurre il PIL dello 0,3%, mentre l’espansione delle tariffe su acciaio e alluminio potrebbe causare una riduzione inferiore allo 0,05%.
La risposta internazionale
La politica commerciale di Trump non sta solo danneggiando le aziende americane, ma sta anche provocando reazioni da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti. Il Canada, ad esempio, ha annunciato tariffe del 25% su 30 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti in risposta alle misure di Trump.
Questa escalation di tensioni commerciali rischia di innescare una guerra commerciale globale, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia mondiale.
Il futuro delle relazioni Musk-Trump
La rottura tra Musk e Trump solleva interrogativi sul futuro delle relazioni tra il mondo degli affari e l’amministrazione. Musk, una volta considerato un alleato chiave di Trump nel settore tecnologico, potrebbe ora diventare uno dei suoi critici più vocali.
Resta da vedere se questa frattura porterà a un cambiamento nella politica commerciale di Trump o se il presidente continuerà sulla sua strada, nonostante le crescenti critiche da parte del settore privato.
Un commento