Neuralink: dispositivo nel cervello umano per la prima volta.
Lunedì l’imprenditore statunitense Elon Musk ha annunciato che la società da lui fondata, Neuralink, ha inserito per la prima volta un dispositivo nel cervello di un essere umano.
Musk non ha fornito molte informazioni sulla procedura: ha semplicemente detto che è stata eseguita domenica e che il paziente si sta riprendendo con i primi risultati promettenti, anche se ci vorranno mesi per avere dei dati.
Neuralink non è la prima azienda ad avere impianti cerebrali, ma utilizza una nuova tecnologia che potrebbe avere un impatto significativo sul settore.
Recentemente Neuralink aveva già condotto diversi esperimenti sugli animali e, lo scorso maggio, è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale che regola i farmaci e i dispositivi medici, per condurre esperimenti sull’uomo.
La procedura di domenica rientra quindi nei test clinici autorizzati dalla FDA, test che dovranno poi essere monitorati dalle autorità. Se gli esperimenti avranno successo e avranno un profilo paziente sicuro, Neuralink potrà chiedere alla FDA di approvare la commercializzazione dei suoi dispositivi nel prossimo futuro.
Neuralink esiste dal 2016 e ha lo scopo, tra le altre cose, di creare nuove interfacce neurali.
Sistemi che consentono al cervello di essere collegato direttamente a un dispositivo esterno, come un computer. Le interfacce neurali sono considerate un mezzo essenziale per fornire ai pazienti affetti da paralisi e altre malattie debilitanti l’opportunità di riacquistare la propria funzione, ad esempio tornando a muovere gli arti.
In questa prima fase di sperimentazioni e test, però, l’azienda si pone obiettivi meno ambiziosi. Se tutto va come previsto, il paziente paralizzato avrà la capacità di controllare il cursore di un computer con la mente.
Ciò dovrebbe facilitare la sua capacità di comunicare in modo più efficace con l’ambiente circostante, ad esempio scrivendo testi più rapidamente.
Neuralink non è la prima azienda a studiare queste soluzioni; tuttavia, i suoi ricercatori sono riusciti a creare piccoli elettrodi che possono essere inseriti durante un’operazione che, secondo l’azienda, è meno invasiva. Il processo prevede l’utilizzo di un sistema robotico ad alta precisione, questo sistema inserirà l’impianto nella posizione appropriata nel cervello, stabilendo connessioni con i neuroni.
Gli elettrodi Neuralink hanno un grado di flessibilità maggiore rispetto ad altri elettrodi di altri laboratori, ciò ridurrà significativamente la probabilità di microtraumi o danni alle aree in cui sono posizionati gli elettrodi.
La sperimentazione aveva precedentemente coinvolto altri animali, in primis maiali e alcune scimmie.
Attraverso alcuni lavori giornalistici investigativi, sono stati rivelati dettagli recenti sulle morti delle scimmie nei laboratori.
Musk aveva negato che la causa fossero gli esperimenti Neuralink, ma le indagini hanno rivelato una situazione più complessa di cui si preoccupavano le agenzie sanitarie statunitensi.
Al momento non si sa se i sistemi realizzati da Neuralink siano efficaci, così come non si conoscono le affermazioni di Musk, ecco perché i primi esperimenti, come quello iniziato domenica, stanno riscuotendo molto interesse.
L’azienda ha altri obiettivi ambiziosi: oltre agli impianti nel cervello per curare la paralisi, Neuralink sta lavorando anche su sistemi che un giorno potrebbero aumentare l’attività del cervello umano, ad esempio per accedere alle informazioni memorizzate su un computer e al suo potenziale di calcolo.
Questo risultato è il risultato di una serie di eventi recenti che sembrano fantascienza, tuttavia, come Musk ci ha spesso ricordato, vogliamo superare le capacità del tipico corpo umano con la nostra tecnologia.