Pubblicità a pagamento
Cronaca

Rilasciato il regista di No Other Land: Hamdan Ballal ferito e ricoverato dopo l’arresto

Hamdan Ballal, regista palestinese co-direttore del documentario vincitore dell’Oscar No Other Land, è stato rilasciato dalle autorità israeliane dopo un arresto controverso che ha suscitato indignazione internazionale. Ballal era stato aggredito da coloni israeliani nella Cisgiordania occupata e successivamente detenuto dall’esercito israeliano. Il regista si trova ora in ospedale, visibilmente ferito e con segni di maltrattamenti.

Un’aggressione violenta nella notte di Susiya

L’incidente è avvenuto lunedì sera nella comunità palestinese di Susiya, situata nella regione di Masafer Yatta, una zona da tempo teatro di tensioni tra residenti palestinesi e coloni israeliani. Testimoni oculari hanno riferito che un gruppo di coloni mascherati ha fatto irruzione nel villaggio, danneggiando proprietà e attaccando gli abitanti locali. Ballal, che si trovava sul posto per documentare la situazione, è stato aggredito fisicamente, riportando ferite alla testa e all’addome. Secondo il Centro per la Nonviolenza Ebraica, mentre il regista riceveva cure mediche in ambulanza, i soldati israeliani lo hanno arrestato insieme ad altri palestinesi.

Detenzione e rilascio tra maltrattamenti

Dopo l’arresto, Ballal è stato trasferito in una struttura militare a Kiryat Arba, un insediamento nella Cisgiordania. Durante la detenzione, il regista ha raccontato di essere stato bendato per un’intera giornata e costretto a dormire sotto un condizionatore acceso che lo ha esposto al freddo intenso. “Potevo sentire i soldati ridere alle mie spalle,” ha dichiarato Ballal dopo il rilascio. Le sue condizioni fisiche al momento della liberazione – con lividi visibili sul volto e vestiti macchiati di sangue – hanno sollevato ulteriori interrogativi sulle modalità della sua detenzione.

La regione di Masafer Yatta è da decenni al centro del conflitto israelo-palestinese.

Negli anni ’80, l’esercito israeliano ha dichiarato l’area una zona di addestramento militare, ordinando l’espulsione dei residenti locali, principalmente beduini arabi. Nonostante le difficoltà, circa 1.000 abitanti sono rimasti nel territorio, resistendo alle demolizioni frequenti di case, cisterne d’acqua e uliveti da parte delle forze militari israeliane. Questa resistenza è stata al centro del documentario No Other Land, che racconta la lotta dei residenti contro la distruzione delle loro comunità.

Un film che denuncia l’occupazione

No Other Land, diretto da Hamdan Ballal insieme ai colleghi Basel Adra, Yuval Abraham e Rachel Szor, ha vinto l’Oscar come miglior documentario nel 2025. La pellicola esplora le esperienze dei palestinesi sotto occupazione israeliana e documenta gli sforzi per resistere alle espulsioni forzate. Girato tra il 2019 e il 2023, il film utilizza materiale d’archivio raccolto dagli abitanti locali e riprese effettuate dagli stessi registi durante anni di attivismo sul campo.

La vittoria agli Oscar ha portato visibilità internazionale alla causa palestinese ma anche critiche in Israele. Il film ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi al Festival Internazionale del Cinema di Berlino ed è stato distribuito in 24 paesi, sebbene non abbia trovato un distributore negli Stati Uniti.

Reazioni internazionali e accuse contro Israele

L’arresto di Hamdan Ballal ha suscitato reazioni indignate da parte di attivisti e organizzazioni internazionali. Il Centro per la Nonviolenza Ebraica ha accusato i coloni israeliani di utilizzare la violenza come strumento per intimidire i palestinesi e costringerli ad abbandonare le loro terre. Inoltre, secondo testimoni locali, le forze di sicurezza israeliane spesso ignorano gli attacchi dei coloni o intervengono contro le vittime anziché contro gli aggressori.

La detenzione di Ballal si inserisce in un contesto più ampio di escalation delle violenze nella Cisgiordania occupata. Dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas nel 2023, si è registrato un aumento significativo degli attacchi dei coloni contro i palestinesi e delle operazioni militari israeliane che hanno causato centinaia di morti.

La voce della resistenza attraverso il cinema

Nonostante le difficoltà personali e politiche affrontate dai registi di No Other Land, il film rappresenta una testimonianza potente della resistenza palestinese attraverso l’arte cinematografica. “Abbiamo fatto questo film come palestinesi e israeliani perché insieme le nostre voci sono più forti,” ha dichiarato Yuval Abraham durante la cerimonia degli Oscar. La collaborazione tra registi provenienti da contesti opposti dimostra come il cinema possa diventare uno strumento per costruire ponti in mezzo al conflitto.

Il caso di Hamdan Ballal evidenzia ancora una volta le tensioni irrisolte nella Cisgiordania occupata e mette in luce le difficoltà affrontate dai palestinesi nel difendere i loro diritti fondamentali. Mentre il mondo celebra il successo artistico di No Other Land, gli eventi recenti ricordano quanto sia urgente trovare una soluzione equa al conflitto israelo-palestinese.

Ballal rimane ricoverato in ospedale per curare le ferite riportate durante l’aggressione e la detenzione. La sua storia non solo amplifica la voce dei suoi concittadini ma continua a ispirare chi lotta per giustizia e dignità in mezzo alle avversità.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio