Cronaca

Il volto della città poteva essere cambiata da 9 progetti

Nove opere pubbliche riqualificanti, già finanziate per oltre 100 milioni di euro che, oramai 7 anni, al momento dell’insediamento, Biondi e la sua amministrazione hanno ereditato dalla giunta uscente di centrosinistra e che non sono mai state realizzate.

A metterle nero su bianco, ricostruendo gli iter di programmazione, progettazione e finanziamento, è stato il Partito Democratico dell’Aquila in un dossier dal titolo eloquente, “Il libro nero di Biondi”, che nelle prossime settimane verrà distribuito alle cittadine e ai cittadini. Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il segretario cittadino del Pd Nello Avellani, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, e i consiglieri comunali Stefano Albano, Stefania Pezzopane e Stefano Palumbo.

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“Tra qualche settimana, saranno 7 anni che Biondi e la sua coalizione di destra governano la città; un tempo lungo, che consente un bilancio su ciò che si è realizzato e, soprattutto, su ciò che non si è stati in grado di realizzare. Nel dossier che presentiamo alla città, abbiamo richiamato 9 progetti strategici che, sebbene già progettati e finanziati, Biondi e le sue Giunte non hanno mai realizzato”

Parole del segretario Nello Avellani.

9 progetti che avrebbero davvero potuto dare un volto nuovo alla città

“Si tratta di 9 progetti che avrebbero davvero potuto dare un volto nuovo alla città. La destra ha avuto 7 anni per trasformarli in opere pubbliche, anche per modificarli, qualora avesse ritenuto legittimamente di farlo, anche per ridiscuterli, qualora avesse voluto disegnare un’altra idea di città. Ed invece, tutto è rimasto fermo e le risorse, patrimonio delle cittadine e dei cittadini, non si sa che fine abbiano fatto, se non per alcuni stanziamenti dirottati in tutta fretta su altre opere. Parliamo di oltre 100 milioni di euro: oltre 100 milioni di euro di incompiute del sindaco Biondi”.

Nello specifico, nel dossier vengono richiamati il Piano di recupero urbano di viale della Croce Rossa, finanziato con delibera Cipe 135/2012 per 10 milioni di euro, e che prevedeva un parco verde sotto le mura, una pista ciclabile, fasce naturalistiche per schermare le attività commerciali presenti lungo il viale, la delocalizzazione di alcune attività artigianali e un parcheggio interrato da 490 posti auto collegato con un ascensore all’area universitaria di San Basilio. Ad oggi, è tutto fermo e – a quanto si apprende – sarebbero oramai disponibili solo 3 milioni a fronte dei 10 stanziati.

E ancora il programma di recupero urbano di Porta Barete/Santa Croce, finanziato dalla stessa delibera Cipe con 7,5 milioni di euro, e ad oggi completamente disatteso; ironia della sorte, si sono spese ingenti risorse per un concorso di progettazione che si è rivelato inutile se è vero che il vincitore non ha mai redatto il progetto esecutivo. E intanto, il comune si è accordato – al ribasso – con l’imprenditore proprietario del palazzo su via Vicentini svendendo il suo patrimonio.

Progetto esecutivo tardivamente rescisso ad agosto 2022

Per non parlare del parco urbano di Piazza d’Armi, già finanziato con 22 milioni di euro, che prevedeva la realizzazione di un auditorium da 900 posti, di una libreria, una caffetteria, un’area giochi e una grande piazza: oggi, l’area verde di 18 ettari è soffocata dalle erbacce, il contratto con la società che avrebbe dovuto redigere il progetto esecutivo è stato tardivamente rescisso ad agosto 2022, e si doveva fare almeno 5 anni prima, e da allora tutto tace. Anzi, una parte delle risorse sono state stralciate e destinate al recupero della torre di Palazzo Margherita con il finanziamento arrivato dal piano di valorizzazione urbana del bando ministeriale ‘Piano per le città’ rischia di essere revocato.

E che dire dei 35 milioni di euro fermi da anni e destinati alla realizzazione della così detta unica comunale? Quelle risorse restano dormienti e, intanto, il Comune spende 1 milione di euro l’anno per i fitti degli uffici comunali dislocati in alcuni palazzi di imprenditori privati. Che ne pensa la Corte dei Conti?

Ci sono poi i 10 milioni di euro che erano stati assegnati dal così detto ‘Masterplan per l’Abruzzo’ per realizzare il Parco della Luna nell’area dell’ex op di Collemaggio e che l’amministrazione ha perso; è ancora fermo, inoltre, lo stanziamento di oltre 1 milione per la ristrutturazione e il recupero della ex conceria alla Rivera, che avrebbe arricchito il Parco delle Acque, lasciato invece in stato d’abbandono.

Del progetto di riqualificazione di Porta Leoni si è scritto diffusamente, in questi anni: la progettualità era stata finanziata con delibera Cipe 48/2016 e prevedeva di realizzare un parcheggio multipiano da 290 posti auto con una piazza pubblica sulle mura che doveva affacciare sul Gran Sasso; il progetto è stato spacchettato, e si è stati capaci soltanto di asfaltare un parcheggio a raso laddove doveva sorgere la piazza, insufficiente e costosissimo.

Ferme restano anche le risorse destinate alla riqualificazione delle mura urbiche: anzi, si è persino lasciato in stato d’abbandono, e al buio, il tratto che era stato già realizzato dall’amministrazione di centrosinistra. “E fermo è il progetto della ciclabile dell’Aterno, che avrebbe dovuto collegare l’Alta valle dell’Aterno con la Valle Subequana, fino a Molina Aterno, già finanziata con oltre 20 milioni di euro”, ha voluto ricordare il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che, col suo lavoro, aveva garantito lo stanziamento di apposite risorse regionali nel 2012 e che, sotto la giunta regionale di centrosinistra, aveva istituito un tavolo tecnico-programmatico al fine di elaborare un progetto unitario.

Ricordati i 18 milioni di euro persi dall’amministrazione Biondi

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Il consigliere comunale Stefano Palumbo ha ricordato anche i 18 milioni di euro persi dall’amministrazione Biondi e che erano stati ottenuti dalla passata Giunta di centrosinistra nel 2016, attraverso la partecipazione al Bando per la riqualificazione delle periferie con un progetto che si era classificato 27esimo su 120 città. “La giunta Biondi non ha sottoscritto la convenzione per assicurarsi il finanziamento”, ha ricostruito Palumbo, “non sanando successivamente la situazione con la rimodulazione del progetto”.

“In questo dossier – l’affondo di Avellani – non abbiamo inserito la mancata realizzazione dei sottoservizi, lo scandalo della mancata ricostruzione delle scuole – sono disponibili da anni oltre 40 milioni di euro – il ponte Belvedere, su cui torneremo, e altre incompiute. Questa è la realtà, oltre la propaganda continua di una amministrazione incapace di programmare e realizzare, mancando, di fatto, di un’idea di città”.

“La giunta Biondi si è dimostrata propensa alla facile spesa, lo dimostrano i 37 milioni impegnati in 7 anni per gli eventi culturali senza un progetto, ma non ha mai voluto confrontarsi su un’altra idea strategica”, ha aggiunto Pezzopane. “Ha bloccato opere strategiche, spesso utilizzando le risorse per capricci suoi e degli assessori: sulle grandi questioni, però, il vuoto assoluto.

Un esempio tra le 9 opere pubbliche richiamate? La sede unica: si sono susseguite commissioni ed interrogazioni per ribadire che l’amministrazione intende realizzare la sede diffusa in centro storico e, intanto, restano bloccati 35 milioni di euro, si pagano oltre 1 milione di euro l’anno in fitti passivi, i dipendenti e gli assessorati sono sparsi in ogni dove e Palazzo Margherita è irraggiungibile da dipendenti ed utenti.

Un grave danno, forse anche erariale

D’altra parte, il sindaco – in eterna campagna elettorale dopo 7 anni di nulla – annuncia per l’ennesima volta che ha trovato i 5 milioni necessari al completamento del Teatro comunale; lo fa in pompa magna, a 4 giorni dalle europee, per dire una cosa già nota”.

In conclusione, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Stefano Albano ha messo in evidenza come, tra le incompiute del centrodestra al governo di comune e regione, ci sia senz’altro “anche la mancata predisposizione di un nuovo bando Fare Centro, che dal 2017 è stato soltanto periodicamente annunciato, in concomitanza di momenti elettorali, ma mai concretizzato. Eppure, sono ancora oltre 46 i milioni del programma RESTART (il 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico) che giacciono da anni a prendere la muffa nelle casse della Regione.

Sconcerta come non sia stato utilizzato un simile strumento che avrebbe rappresentato per commercianti e partite IVA del centro storico una boccata d’ossigeno soprattutto alla luce delle difficoltà post sisma e a quelle legate alla pandemia, passando per il rincaro energetico e l’innalzamento del costo delle materie prime del 2022”.

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