Il PD si esprime sull’attacco hacker ai sistemi dell’ASL 1. Ecco le dichiarazioni dopo la conferenza stampa di una settimana fa:
“Una settimana fa, in conferenza stampa, avevamo posto delle domande chiare, non cavalcando
politicamente la tragica emergenza che ha investito l’azienda sanitaria provinciale ma chiedendo risposte puntuali. Dobbiamo constatare che i vertici della Asl e i responsabili politici del disastro non hanno inteso rispondere: anzi, si sono trincerati in un inqualificabile silenzio, preferendo le passerelle lungo le strade del Giro d’Italia alla trasparenza nei confronti di cittadini inermi che vedono messi a rischio i diritti fondamentali alla salute, col blocco delle prestazioni, e alla privacy, se è vero che criminali hanno tra le mani i nostri dati sensibili.
Parliamo dei dati sanitari di tutte le cittadine e di tutti i cittadini della provincia dell’Aquila: un fatto senza precedenti.

Per questo, abbiamo lanciato la campagna social ‘Troppo grave per tacere’: il presidente della Regione Marco Marsilio, l’assessora Nicoletta Verì, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, presidente del comitato ristretto dei sindaci della provincia, il manager della Asl 1 Ferdinando Romano debbono dare risposte, non possono più nascondere la testa sotto la sabbia.
Non ci fermeremo certo qui: mercoledì 17 maggio alle 10, nella sede del Pd in via Paganica, terremo un’altra conferenza stampa, per chiedere, di nuovo, risposte alle nostre domande; l’allerta su possibili attacchi hacker alle aziende sanitarie italiane era nota dai tempi del covid e, d’altra parte, nessuno può pensare di essere completamente al sicuro: ci si poteva, però, preparare per tempo, investendo in personale e sicurezza informatica come fatto da altre aziende sanitarie.
Qui sta la responsabilità gestionale del management della Asl 1, qui sta la responsabilità politica di Marsilio, Verì e Biondi che, ciascuno per le proprie funzioni, non hanno vigilato e, anzi, hanno avallato le scelte della dirigenza Asl che loro stessi hanno voluto, in una precisa filiera politica che da Palazzo Fibbioni porta dritti alla segreteria nazionale di Fratelli d’Italia.
E’ vero o non è vero che il Ced della Asl della provincia dell’Aquila, che dovrebbe occuparsi di cyber sicurezza, può contare su due unità di personale a fronte delle 28 che, per fare un esempio, sono impiegate dalla Asl di Teramo? E’ presente in azienda un responsabile del Ced, responsabile della elaborazione dei dati, ed è stato messo nelle condizioni di lavorare con strumenti idonei? A noi risulta che il direttore della sicurezza si sia dimesso poco tempo dopo l’affidamento dell’incarico non avendo ottenuto risorse finanziarie e di personale. E’ vero o non è vero che il contratto di supervisione, gestione e controllo con una società esterna che si occupava di dati sensibili non è stato rinnovato a fine 2022 per i tagli trasversali imposti dal manager Romano?
E ancora: il Garante per la protezione dei dati individuali intima ai titolari dei trattamenti dei dati sensibili la notifica di eventuali violazioni entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza il responsabile indicato; aggiungiamo che se la violazione comporta un rischio elevato per i diritti delle persone, il titolare deve comunicarla a tutti gli interessati: dunque, entro 72 ore la Asl avrebbe dovuto informare i cittadini interessati della violazione, così come fece a Padova la AULSS Euganea 6 che, subito un simile attacco hacker, aggiornò prontamente circa la violazione informatica con una serie di comunicati stampa e aprendo un canale diretto con gli utenti, attraverso un numero verde. La Asl 1, invece, si è trincerata in un incomprensibile silenzio, minacciando anzi la stampa di non pubblicare notizie: come si è organizzata l’azienda per dare seguito alla normativa? Si è consapevoli della gravità di tale violazione?
Queste e altre domande riproporremo mercoledì in conferenza stampa e, a seguire, i nostri rappresentanti istituzionali, dal Parlamento al Consiglio comunale dell’Aquila passando per il Consiglio regionale, presenteranno interrogazioni puntuali.
Non solo.
Proseguiremo con mobilitazioni che avevamo già avviato per chiedere il rispetto dei diritti di cittadine e cittadini, considerato che la Asl 1 era già in crisi e ora è al collasso, nonostante le rassicurazioni, col Cup in stallo, i referti di esami che arrivano in ritardo o debbono essere ripetuti, i medici costretti a scrivere le prescrizioni su fogli di fortuna, col rischio che vadano persi, le storie cliniche dei pazienti da ricostruire.
Una situazione drammatica che potrebbe peggiorare ancora, se è vero che stiamo andando incontro anche al blocco totale degli acquisti del materiale sanitario e delle forniture per l’impossibilità di accesso ai dati economici e ai capitolati.
Troppo grave per tacere, lo urliamo con forza: ora, la cittadinanza vuole chiarezza, trasparenza e una piena assunzione di responsabilità, gestionale e politica.
Non chiediamo dimissioni, ce le aspettiamo”.