Il Papa: “Mai Negare la Shoah, Debellare l’Antisemitismo e Cessino le Ostilità in Sudan”

Il 26 gennaio 2025, Papa Francesco ha rivolto un appello forte e chiaro durante l’Angelus, sottolineando l’importanza di non negare mai l’orrore della Shoah e di combattere l’antisemitismo in tutte le sue forme. In un momento in cui il mondo sembra dimenticare le lezioni del passato, il Pontefice ha richiamato l’attenzione sulla necessità di mantenere viva la memoria storica e di promuovere la fratellanza tra i popoli.
La Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto
L’intervento del Papa è avvenuto alla vigilia della Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto, che ricorre il 27 gennaio. Quest’anno si celebra l’ottantesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, un evento che ha segnato profondamente la storia dell’umanità. Francesco ha affermato: “L’orrore dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi avvenuto in quegli anni non può essere né dimenticato né negato”. Queste parole risuonano come un monito per le generazioni future, affinché non si ripetano gli errori del passato.
Durante il suo discorso, il Papa ha citato la poetessa ungherese Edith Bruck, una sopravvissuta all’Olocausto che ha dedicato la sua vita a raccontare le atrocità subite.

“Lei ha sofferto tutto quello…”, ha detto Francesco, ricordando come Bruck sarà ospite del programma televisivo Che tempo che fa, dove parlerà della sua esperienza. Questo riconoscimento della sofferenza individuale serve a umanizzare una tragedia spesso ridotta a statistiche.
Francesco ha rinnovato il suo appello affinché tutti collaborino per debellare la piaga dell’antisemitismo e ogni forma di discriminazione e persecuzione religiosa. “Costruiamo insieme un mondo più fraterno, più giusto”, ha esortato, sottolineando l’importanza di educare i giovani ad avere un cuore aperto a tutti. Le sue parole sono un invito a riflettere su come le società possano affrontare le divisioni e promuovere la pace.
Oltre alla commemorazione dell’Olocausto, il Papa ha dedicato parte del suo intervento alla crisi umanitaria in Sudan. Da aprile 2023, il paese è teatro di un conflitto tra le forze governative e i gruppi paramilitari, causando una crisi senza precedenti. “Circa due terzi della popolazione del Paese è in necessità di aiuti umanitari”, ha affermato Francesco, descrivendo la situazione come “la più grave crisi umanitaria nel mondo“.
Il Pontefice ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni colpite e ha rinnovato l’appello alle parti in guerra affinché cessino le ostilità e accettino di sedere a un tavolo di negoziati. “La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per far arrivare gli aiuti necessari agli sfollati”, ha aggiunto, richiamando l’attenzione su una crisi che rischia di essere dimenticata dalla stampa e dall’opinione pubblica globale.
Papa Francesco ha menzionato la violenza nella regione del Catatumbo in Colombia, dove scontri tra gruppi armati hanno causato la morte di centinaia di civili e provocato sfollamenti massicci.

“Esprimo la mia vicinanza a loro e prego”, ha detto il Papa, sottolineando l’importanza della preghiera e della solidarietà in momenti difficili.
Il messaggio del Papa è chiaro: è necessario lavorare insieme per costruire un futuro migliore. La sua visione si basa sulla fraternità e sul rispetto reciproco tra le diverse culture e religioni. In un mondo segnato da conflitti e divisioni, le parole del Pontefice offrono una speranza concreta per una coesistenza pacifica.
La memoria storica è uno strumento fondamentale per prevenire future atrocità. Ricordare ciò che è accaduto durante l’Olocausto non è solo un dovere nei confronti delle vittime ma anche un impegno verso le generazioni future affinché non si ripetano simili orrori. L’insegnamento della storia deve essere parte integrante dell’educazione dei giovani, affinché possano sviluppare una coscienza critica e impegnarsi attivamente nella costruzione di una società più giusta.