L’Aquila Si Mobilita: Sciopero Generale e Corteo per la Flotilla Palestinese

Il violento blocco militare della Global Sumud Flotilla da parte delle forze navali israeliane ha scatenato una reazione immediata e trasversale in tutta Italia. All’Aquila, come in decine di altre città del paese, studenti, lavoratori e cittadini si preparano a scendere in piazza per quello che si preannuncia come uno sciopero generale senza precedenti. La proclamazione ufficiale dello sciopero da parte del sindacato COBAS per l’intera giornata del 3 ottobre 2025 ha infatti trovato eco immediata nel capoluogo abruzzese, dove gli studenti hanno organizzato un corteo che partirà alle 9:30 da Colle Sapone.
Una Notte di Violenza in Mare Aperto
I fatti che hanno portato alla mobilitazione sono di una gravità inaudita. Nella notte tra l’1 e il 2 ottobre 2025, la marina militare israeliana ha condotto un’operazione su vasta scala contro la Global Sumud Flotilla, intercettando e abbordando violentemente 40 delle 47 imbarcazioni che trasportavano aiuti umanitari verso Gaza. L’operazione, avvenuta in acque internazionali a circa 70 miglia nautiche dalla costa di Gaza, ha coinvolto oltre 16 navi da guerra israeliane che hanno circondato le imbarcazioni degli attivisti, interrompendo immediatamente tutte le comunicazioni.
Il ministero degli Esteri israeliano ha tentato di giustificare l’aggressione sostenendo che le imbarcazioni si stavano “avvicinando a una zona sottoposta al blocco navale”, ma come sottolinea Internazionale, l’operazione è avvenuta “in acque internazionali”, rendendo l’azione israeliana “illegale” secondo il diritto internazionale. Oltre 200 attivisti sono stati arrestati e trasferiti al porto israeliano di Ashdod, per poi essere trattenuti nel carcere di Ketziot.
Tra gli arrestati figurano 40 cittadini italiani, inclusi parlamentari europei come l’eurodeputata Scuderi ed il senatore Croatti, ma anche insegnanti, giornalisti e studenti che stavano partecipando alla missione umanitaria. Come denunciano gli organizzatori della flotilla, “questi attacchi illegali contro navi umanitarie disarmate costituiscono un crimine di guerra”, tuttavia le autorità israeliane hanno proseguito con quella che definiscono una “operazione di controllo” necessaria per mantenere il blocco navale di Gaza.
COBAS in Prima Linea: Uno Sciopero Generale Storico
La reazione del mondo sindacale italiano non si è fatta attendere. Il sindacato intercategoriale COBAS ha proclamato uno sciopero generale per l’intera giornata del 3 ottobre 2025, coinvolgendo tutti i settori pubblici e privati, compresi ferrovie, autostrade, sanità, scuola e vigili del fuoco. La proclamazione, firmata dal presidente dei COBAS Scuola Sardegna Nicola Giua, definisce chiaramente gli obiettivi della mobilitazione: “Per la Palestina libera, contro i massacri a Gaza e contro il sequestro delle imbarcazioni e di cittadine/i lavoratrici e lavoratori della Global Sumud Flottiglia”.
Come specificato nella comunicazione ufficiale, lo sciopero coinvolgerà “tutto il personale Docente, Ata, Educativo e Dirigente, a tempo indeterminato e determinato”, dimostrando una solidarietà trasversale che attraversa tutte le categorie professionali del mondo della scuola. Inoltre, per i settori dei trasporti lo sciopero inizierà già dalla sera del 2 ottobre: il personale ferroviario dalle ore 21:00 e quello delle autostrade dalle ore 22:00.
La decisione di proclamare lo sciopero generale non è stata presa a cuor leggero. Come sottolinea la comunicazione dei COBAS, “lo scorso 17 settembre la Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite d’inchiesta sul territorio palestinese occupato ha concluso che Israele è responsabile di genocidio a Gaza”. Il sindacato ricorda inoltre che secondo la presidente della commissione ONU Navanethem Pillay, “tutti gli Stati hanno l’obbligo giuridico di utilizzare tutti i mezzi ragionevolmente a loro disposizione per fermare il genocidio a Gaza”.
L’Aquila in Marcia: Dal Centro alla Periferia
Nel capoluogo abruzzese, l’appello lanciato dagli studenti ha trovato immediata eco. Il corteo partirà alle 9:30 da Colle Sapone, cuore del polo scolastico aquilano, attraverserà Viale Gran Sasso, Corso Vittorio Emanuele, per poi proseguire lungo Corso Federico II fino alla Villa comunale. Come spiegano gli organizzatori, “è fondamentale la partecipazione allo sciopero di tuttə”, poiché “stanotte la Flottilla è stata violentemente bloccata e accerchiata dalla marina militare Israeliana, e gli attivisti presi e portati in territorio d’Israele”.
Il percorso scelto per il corteo non è casuale: attraversando il centro storico della città, la manifestazione intende portare la voce della solidarietà palestinese nel cuore pulsante del capoluogo. Infatti, come sottolineano i promotori, “sulla Flottilla viaggiano insegnanti, giornalisti, e studenti come noi”, rendendo la situazione particolarmente grave e vicina alla realtà studentesca aquilana.
Gli studenti hanno inoltre lanciato un appello diretto alle istituzioni: “dire al governo criminale di Israele e a quelli a lui affini: Giù le mani dalla Flottilla!”. Un messaggio chiaro che non lascia spazio a interpretazioni e che dimostra la determinazione dei giovani aquilani nel prendere posizione su una questione che considerano di giustizia internazionale.
Tuttavia, la mobilitazione studentesca si inserisce in un contesto più ampio di solidarietà che attraversa tutto il territorio nazionale. Come riporta il Manifesto, “ieri a Roma è stata occupata la terza scuola nel giro di due settimane, poi nel pomeriggio è toccato all’università La Sapienza”, mentre a Napoli e Padova gli studenti hanno dato vita a presidi permanenti per seguire in diretta le vicende della Flotilla.
Una Mobilitazione Nazionale: 70 Città in Piazza
Lo sciopero del 3 ottobre non riguarda solo L’Aquila, ma coinvolge oltre 70 città italiane in quella che si preannuncia come una delle mobilitazioni più ampie degli ultimi anni. A Milano, il corteo partirà alle ore 9 da Porta Venezia, mentre a Roma è prevista una manifestazione nazionale per sabato 4 ottobre organizzata dalle associazioni palestinesi. Come sottolinea La Città del Nord, “la protesta è stata innescata dal recente abbordaggio militare della Flotilla da parte delle forze israeliane, che secondo i promotori rappresenta ‘un’aggressione intollerabile’ a navi civili impegnate in un’azione umanitaria“.
La CGIL ha deciso di partecipare attivamente alla mobilitazione, proclamando “lo sciopero generale tempestivo per tutte le categorie in caso di attacchi, blocchi o sequestri delle imbarcazioni”. Anche l’USB ha diffuso un dettagliato vademecum per permettere a tutti i lavoratori, compresi precari e partite IVA, di aderire alla protesta, sottolineando che “scioperare significa difendere chi porta aiuti, chi rischia la vita per salvare un popolo sotto assedio”.
Il coordinamento tra i diversi sindacati dimostra una compattezza inusuale nel panorama sindacale italiano. Infatti, oltre ai COBAS, anche i Si Cobas hanno proclamato lo sciopero di 24 ore per il 3 ottobre, con probabili ripercussioni significative sul traffico ferroviario di Trenitalia. Questa convergenza nasce dalla consapevolezza che, come spiegano i promotori, “a fronte della totale assenza di azioni per fermare il genocidio da parte del Governo Italiano, un’ampia parte del mondo del lavoro ha deciso di non poter essere complice”.
Il Mistero della Nave Mikeno e la Resistenza in Mare
Mentre la maggior parte delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla è stata catturata dalle forze israeliane, emerge il mistero della nave Mikeno, che secondo alcuni tracker risulterebbe ferma a sette miglia dalla costa di Gaza. Benché l’IDF neghi che qualsiasi imbarcazione sia riuscita a superare il blocco, parlando di “errori di tracciamento”, la questione ha alimentato speranze e polemiche. La Mikeno, infatti, “ha perso il contatto con gli organizzatori e risulta dal tracker ferma a zero nodi”, creando incertezza sul suo reale destino.
Nel frattempo, la resistenza in mare continua con l’arrivo di una seconda flottiglia. Come riporta La7, “oltre 45 navi civili turche” sono partite verso Gaza dopo l’intercettazione della Global Sumud Flotilla, dimostrando che la solidarietà internazionale non si ferma di fronte alla repressione militare israeliana. Questo sviluppo ha ulteriormente alimentato le tensioni nella regione e ha rafforzato la determinazione dei manifestanti italiani.
Pure alcune delle imbarcazioni originarie della flotilla sono riuscite a evitare la cattura: secondo le ultime informazioni, almeno quattro barche sono bloccate in mare “a causa di problemi tecnici, indipendenti dalle azioni militari”, mentre la Marina israeliana si prepara a “trattenere anche gli attivisti a bordo di quelle imbarcazioni o a rimorchiarli in porto”.
La Risposta delle Istituzioni: Tra Condanna e Complicità
La reazione del governo italiano all’operazione israeliana è stata ambigua e contraddittoria. Mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha precisato di non voler “chiamare attacco ma blocco” l’azione militare israeliana, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che i cittadini italiani fermati “saranno trasferiti al porto israeliano di Ashdod e trattenuti in dei centri di detenzione”.

Tuttavia, la premier Giorgia Meloni ha attaccato duramente gli studenti che hanno occupato l’università La Sapienza in solidarietà con la Palestina, definendo le loro azioni inaccettabili durante un comizio a Lamezia. Questa posizione ha ulteriormente inasprito i rapporti tra governo e movimento di solidarietà, convincendo molti cittadini della necessità di una mobilitazione ancora più determinata.
Come denuncia il Manifesto, “l’Italia vende le armi a Israele e da Israele le compra, avendo quintuplicato le importazioni proprio in questi due anni di genocidio in corso”. Questa contraddizione tra le dichiarazioni ufficiali di preoccupazione per i cittadini italiani arrestati e il sostegno materiale fornito a Israele attraverso il commercio di armamenti ha alimentato la rabbia dei manifestanti.
Anzi, secondo gli organizzatori dello sciopero, il governo italiano è direttamente “complice nel genocidio in corso”, e per questo motivo “lo sciopero generale senza preavviso è una forma di protesta e di solidarietà attiva per rompere il silenzio e denunciare la complicità del nostro governo”.
Un Appello alla Coscienza Collettiva
Lo sciopero del 3 ottobre rappresenta molto più di una semplice protesta sindacale: è un appello alla coscienza collettiva del paese di fronte a quello che i promotori definiscono un “genocidio” in corso nella Striscia di Gaza. Come sottolineano i COBAS, “quando emergono chiari segni e prove di genocidio, l’assenza di azioni per fermarlo equivale a complicità”, rendendo moralmente necessaria una presa di posizione netta.
L’appello lanciato dagli organizzatori milanesi sintetizza efficacemente lo spirito della mobilitazione: “Contro l’economia di guerra e le politiche del profitto, costruiamo un fronte sociale di resistenza. Non esiste futuro senza diritti, senza lavoro dignitoso, senza giustizia per i popoli oppressi”. Lo slogan unificante della giornata, “Dalla Palestina all’Italia, la resistenza è una sola”, dimostra come la solidarietà internazionale sia diventata parte integrante delle lotte sociali italiane.
Gli studenti aquilani, con il loro corteo da Colle Sapone alla Villa comunale, si inseriscono dunque in un movimento nazionale che collega le condizioni di vita dei lavoratori italiani alle lotte di liberazione dei popoli oppressi. Infatti, come spiegano i promotori, “non possiamo restare a guardare in silenzio” mentre “insegnanti, giornalisti, e studenti come noi” vengono arrestati per aver tentato di portare aiuti umanitari a una popolazione sotto assedio.
Verso il 3 Ottobre: Una Giornata Storica
Mentre L’Aquila si prepara a vivere una delle giornate di mobilitazione più significative degli ultimi anni, l’attenzione nazionale e internazionale si concentra su quello che potrebbe diventare un precedente importante nella storia dei movimenti di solidarietà internazionale. Lo sciopero generale del 3 ottobre, infatti, non rappresenta solo una protesta contro l’operazione militare israeliana, ma anche un tentativo di costruire “un’alternativa all’economia di guerra”.
La partecipazione di studenti, lavoratori, sindacati e associazioni dimostra che la questione palestinese è diventata un banco di prova per la tenuta democratica del paese. Come osservano i promotori, “la situazione è critica” e richiede una risposta all’altezza della gravità dei fatti. Il corteo aquilano, quindi, si configura non solo come un momento di solidarietà internazionale, ma anche come un’occasione per riaffermare valori di giustizia e diritti umani che molti cittadini considerano sotto attacco.
Ebbene, mentre il governo italiano continua a mantenere una posizione ambigua tra la preoccupazione per i propri cittadini arrestati e il sostegno de facto alle politiche israeliane, la società civile ha scelto di prendere posizione in modo chiaro e determinato. Dunque, il 3 ottobre rappresenta un momento di verità per il paese, chiamato a decidere se restare “complice nel genocidio” oppure schierarsi dalla parte di chi rischia la vita “per salvare un popolo sotto assedio”.
Pertanto, L’Aquila e le altre settanta città italiane che parteciperanno allo sciopero generale stanno scrivendo una pagina importante della storia contemporanea, dimostrando che la solidarietà internazionale può ancora mobilitare migliaia di persone quando i valori fondamentali della giustizia e dei diritti umani sono in gioco. Infatti, come recita l’appello finale degli organizzatori, “Giù le mani dalla Flottilla!” non è solo uno slogan di protesta, ma un grido di libertà che attraversa i confini nazionali per affermare l’universalità dei diritti umani e il dovere di ogni persona di fronte all’ingiustizia.