Tentato omicidio di Greta Thunberg: la nave della Freedom Flotilla attaccata da droni israeliani a Malta


Un episodio che ha scosso la comunità internazionale e riacceso il dibattito sul conflitto israelo-palestinese e sulla crisi umanitaria a Gaza. La nave Conscience, parte della missione umanitaria organizzata dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC), è stata colpita da due attacchi con droni mentre si trovava in acque internazionali a circa 14 miglia nautiche da Malta. Tra le persone che si stavano per imbarcare sulla nave, pronta a portare aiuti umanitari a Gaza, c’era anche la nota attivista svedese Greta Thunberg. L’attacco, attribuito dall’organizzazione all’esercito israeliano, ha causato un incendio e gravi danni alla prua della nave, mettendo a rischio la vita dei passeggeri e la riuscita della missione.
La missione della Freedom Flotilla Coalition: rompere il blocco su Gaza
La Freedom Flotilla Coalition è un’organizzazione internazionale che da anni si impegna a sfidare il blocco imposto da Israele sulla Striscia di Gaza, con l’obiettivo di portare aiuti umanitari essenziali e di denunciare le violazioni dei diritti umani nella regione. La missione del 2025 prevedeva il trasporto di migliaia di tonnellate di cibo, medicinali e materiali di prima necessità, oltre a centinaia di osservatori internazionali per i diritti umani.
Il blocco israeliano, in vigore da quasi due decenni, ha causato una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di palestinesi privati di accesso a risorse fondamentali. La FFC ha più volte denunciato che Israele impedisce sistematicamente l’ingresso degli aiuti, aggravando la sofferenza della popolazione civile.

Greta Thunberg, da sempre impegnata nelle battaglie ambientali e sociali, aveva annunciato la sua presenza a Malta con l’intento di imbarcarsi sulla Conscience per sostenere la causa palestinese e portare visibilità internazionale alla tragedia umanitaria in corso.
L’attacco con droni: un’aggressione in acque internazionali
Nelle prime ore del 2 maggio, mentre la nave si trovava in navigazione verso Gaza, due droni hanno colpito la prua della Conscience, provocando un incendio e la perdita di potenza del motore. L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a circa 25 chilometri dalla costa maltese, una zona dove il diritto internazionale marittimo garantisce la libertà di navigazione.
La Freedom Flotilla Coalition ha immediatamente condannato l’azione, definendola un chiaro tentativo di impedire la consegna degli aiuti e di intimidire gli attivisti. Nel comunicato ufficiale, l’organizzazione ha chiesto che Israele venga chiamata a rispondere per la violazione del diritto internazionale, sottolineando che la nave era civile, disarmata e impegnata in una missione umanitaria.
Israele, dal canto suo, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’attacco, mantenendo il silenzio su un episodio che rischia di aggravare ulteriormente la sua immagine a livello globale.
Malta tra accoglienza e controversie
Dopo l’attacco, la Conscience ha cercato rifugio nelle acque maltesi per effettuare le riparazioni necessarie. Il governo maltese ha dichiarato la propria disponibilità a fornire assistenza tecnica, a condizione che venga confermato che la nave trasporti esclusivamente aiuti umanitari.
Tuttavia, la Freedom Flotilla Coalition ha denunciato ostacoli burocratici e un tentativo di impedire l’accesso della nave ai porti maltesi, accusando le autorità di Malta di voler ostacolare la missione. Le trattative sono ancora in corso, con la mediazione di organizzazioni internazionali per garantire la sicurezza della nave e la prosecuzione della missione.
Greta Thunberg e il tentato omicidio: un attacco alla voce della giustizia sociale
La presenza di Greta Thunberg sulla Conscience ha dato un’eco mediatica senza precedenti all’episodio. L’attivista svedese, simbolo globale della lotta per il clima e i diritti umani, era pronta a salire a bordo per portare la sua testimonianza e sostenere la causa palestinese.
L’attacco con i droni, secondo molti osservatori, rappresenta un tentato omicidio politico e un tentativo di zittire una voce scomoda. La sicurezza di Thunberg e degli altri attivisti è stata messa gravemente a rischio, e la comunità internazionale ha espresso profonda preoccupazione per l’uso di mezzi militari contro una nave civile impegnata in una missione di pace.
Il contesto geopolitico: la crisi umanitaria a Gaza e il blocco israeliano
Da ottobre 2023, Israele ha imposto un blocco totale sulla Striscia di Gaza, limitando severamente l’ingresso di cibo, acqua, medicine e carburante. Questa politica ha provocato una crisi umanitaria catastrofica, con oltre 51.000 vittime palestinesi e una popolazione allo stremo.
Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno più volte denunciato che il blocco costituisce una forma di punizione collettiva vietata dal diritto internazionale, e che la popolazione civile è costretta a vivere in condizioni disumane.
La Freedom Flotilla Coalition si inserisce in questo quadro come una delle poche iniziative dirette a sfidare il blocco via mare, denunciando la complicità di governi alleati di Israele che impediscono l’uscita delle navi dai porti e ostacolano la consegna degli aiuti.
L’attacco alla Conscience ha suscitato una vasta ondata di condanne da parte di ONG, governi e istituzioni internazionali.
L’Unione Europea ha chiesto un’indagine indipendente sull’episodio, mentre l’ONU ha ribadito la necessità di garantire il passaggio sicuro degli aiuti umanitari a Gaza.
Al contempo, la comunità internazionale è divisa: alcuni paesi sostengono la legittimità della missione della Freedom Flotilla e condannano il blocco israeliano, altri mantengono una posizione più cauta, sottolineando il diritto di Israele a difendere la propria sicurezza.
La situazione rimane estremamente tesa, con il rischio che ulteriori attacchi possano compromettere non solo la vita degli attivisti, ma anche la fragile stabilità della regione.
L’attacco con droni alla nave della Freedom Flotilla Coalition, con Greta Thunberg pronta a imbarcarsi, rappresenta un momento cruciale nella crisi di Gaza e nel dibattito internazionale sui diritti umani e la libertà di navigazione.
La violenza contro una missione umanitaria in acque internazionali è un segnale inquietante della crescente militarizzazione del conflitto e della difficoltà di trovare soluzioni pacifiche.
Mentre Malta cerca di mediare per consentire le riparazioni e la ripresa della missione, la comunità globale è chiamata a riflettere sulle implicazioni di questo episodio e a sostenere con forza il diritto alla solidarietà e alla pace.